venerdì 25 maggio 2012

Una mole ingente di documenti riservati è stata trovata dalla Gendarmeria Vaticana in casa del maggiordomo del Papa (Izzo)

VATICANO: MOLE INGENTE DI DOCUMENTI IN CASA DEL MAGGIORDOMO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 gen.


Una mole ingente di documenti riservati e' stata trovata dalla Gendarmeria Vaticana in un appartamento di via di Porta Angelica, dove abita con la moglie e i tre figli Paolo Gabriele, l'assistente di camera, cioe' il maggiordomo, di Benedetto XVI. Romano, poco piu' che 40enne, l'uomo lavora nell'appartamento pontificio dal 2006, ed e' stato inserito nella Famiglia del Papa dopo essere stato a servizio del prefetto della Casa Pontificia, monsignor James Harwey.
Ieri pomeriggio Gabriele e' stato prima fermato dagli agenti comandati dall'ispettore generale Domenico Giani e poi interrogato dal promotore di giustizia, Nicola Picardi, che lo ha dichiarato in arresto. A quanto si e' appreso, i sospetti sul maggiordomo sono stati raccolti dalla Commissione Cardinalizia che indaga sulle fughe di notizie direttamente nell'appartamento del Papa. E se anche qualcuno ora si domanda in Vaticano se si tratti del "Corvo" o di un "capro espiatorio", sembra molto difficile che l'arresto sia stato compiuto con leggerezza trattandosi di un "familiare" del Papa.
Qualcuno infatti deve pur aver trovato ieri il coraggio di avvertire Benedetto XVI di quanto stava accadendo prima a casa del suo collaboratore e poi nella caserma della Gendarmeria. E si puo' ben supporre che tali informazioni siano state presentate al Pontefice con prove assolutamente inoppugnabili. Anche se, ovviamente, resta da capire se Paolo Gabriele, che finora godeva di unanime stima in Vaticano e anche tra i giornalisti che lo conoscevano, abbia agito da solo, mosso da un malinteso senso di giustizia, come accredita Gianluigi Nuzzi nel libro "Sua Santita'", dove sono pubblicate le "carte segrete" sottratte all'archivio del Papa, oppure e' parte di una piu' ampia cospirazione, volta a indebolire il Papa e i suoi collaboratori. In proposito e' da registrare che ieri venivano fatte filtrare notizie su un possibile coinvolgimento del presidente uscente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, nella fuga dei documenti riservati. Si e' trattato probabilmente di un cortocircuito mediatico, essendo in corso nelle stesse ore, a poche decine di metri di distanza, l'interrogatorio di Paolo Gabriele e la drammatica seduta del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior che ha sfiduciato Gotti Tedeschi.
Il problema Ior, infatti, ha tutt'altra motivazione ed e' molto semplicemente un problema "tecnico", spiega il sito Korazym.org, sempre molto attento a quel che avviene alla Banca Vaticana, impegnata nell'adeguamento - che risulta molto impervio - alle normative europee di trasparenza bancaria che Benedetto XVI ha recepito nel dicembre 2012 con un Motu proprio. La stessa fonte ipotizza oggi gli scopi di un eventuale mandante di Gabriele: "La manovra - scrive - e' chiara. Si vuole far vedere che la Curia e' in balia del vento, che il Papa non riesce a governare, che il Segretario di Stato e' inutile e via di seguito. Ma i fatti invece dimostrano il contrario. I problemi quando ci sono vengono affrontati direttamente e senza paura. E vengono risolti: per ora - infatti - quello che e' certo e' che la sicurezza vaticana ha svolto con efficienza l'indagine e che la commissione cardinalizia voluta dal Papa ha saputo fare le dovute ricerche con discrezione ed efficacia". Non e' la prima volta che un membro della "famiglia pontificia" si macchia di una simile infedelta'.
E' noto infatti il caso del dottor Riccardo Galeazzi Lisi, il medico di Pio XII, che veniva "stipendiato" da alcuni vaticanisti affinche' li tenesse informati sulla salute del Papa, come ha raccontato in un libro l'attuale decano della Sala Stampa della Santa Sede, Benny Lai. Pio XII, una volta scoperto che Galeazzi Lisi lo tradiva, non lo rimosse, semplicemente si limito' a non rivolgergli piu' la parola. "Se vuole stare in Vaticano che stia, ma faccia in modo che io non lo veda", disse Papa Pacelli, che non immaginava pero' fin dove sarebbe arrivato, l'"archiatra corrotto" arrivato a fotografarlo sul letto di morte.


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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il maggiordomo delinquente...e lo consideravano stimato benvoluto!
Anima nera strumento di mani ancora più nere...

Anonimo ha detto...

Pensate voi la gravità del fatto...uno che ruba dalla scrivania di Putin,di Cameron o di Obama...deve finire in galera per il resto dei suoi miseri giorni lpòerché è un traditore e un infame.

Anonimo ha detto...

Trema Nuzzi trema...ora parlerà e per te son guai seri...finirai in galera come complice di un ladro di documenti segreti di un Capo di Stato estero!

Anonimo ha detto...

però, che tristezza!!!! Maria Pia