giovedì 3 maggio 2012

Rinnovato quadro giuridico di Caritas internationalis. L'ispirazione teologica (Robert Sarah)

L'ispirazione teologica


Robert Sarah*


La consegna ufficiale dei nuovi statuti e del regolamento interno di Caritas Internationalis è motivo di particolare soddisfazione. Questo solenne avvenimento segna la conclusione di un processo di collaborazione, dialogo e riflessione tra la Segreteria di Stato, il Pontificio Consiglio Cor Unum e Caritas Internationalis, il Pontificio Consiglio per Testi Legislativi e altri organismi interessati. 
Dalla fondazione, Caritas Internationalis ha percorso un lungo cammino: bisogna infatti risalire all'inizio del XIX secolo per scorgere in nuce ciò che diventerà questa confederazione; a quell'epoca, le Caritas cominciano già a coordinarsi a livello nazionale e internazionale e, nel 1950, Papa Pio XII desidera propiziare lo sviluppo di una nuova forma di organismo, che consenta di riunire, a livello di Chiesa universale, le organizzazioni caritative nazionali, autorizzate e dipendenti in quanto tali dai rispettivi ordinari. L'obiettivo è quello di facilitarne la conoscenza reciproca, il coordinamento e la collaborazione nel portare avanti l'attività caritativa e di promozione umana nelle diversi parti del mondo. Nel 1951 si svolge la prima assemblea generale, che riunisce i 13 membri fondatori; in quello stesso anno, la Santa Sede approva gli statuti della confederazione. Nel 1957, l'organismo prende il nome di Caritas Internationalis, a sottolineare l'attività che svolge a livello internazionale. Il 19 luglio 1976, su iniziativa di Papa Paolo VI, le viene concessa la personalità giuridica civile dello Stato della Città del Vaticano. Infine giungiamo al 16 settembre del 2004, quando, in seguito a una riflessione sull'identità e la missione di Caritas Internationalis, il Santo Padre beato Giovanni Paolo II le conferisce la personalità giuridica canonica pubblica, con il chirografo Durante l'Ultima Cena.In questa breve sintesi storica si rileva il ruolo della Sede Apostolica nel volere la confederazione, e poi nel definire l'identità ecclesiale, sostenere e orientare l'attività di Caritas Internationalis a partire dalle stesse sue origini, affinché fosse espressione della carità della Chiesa. Dal 2004, è sembrato opportuno di individuare le norme applicative del chirografo e riformulare gli statuti e il regolamento interno, sulla base dello stesso chirografo. In questi ultimi mesi vi è stata occasione di sviluppare una lunga e fruttuosa collaborazione, in particolare con la commissione degli statuti di Caritas Internationalis, che ha lavorato sulle bozze degli statuti e di regolamento interno. La Santa Sede ha dedicato molta attenzione a questo processo poiché è consapevole dell'importanza di Caritas Internationalis e del ruolo che essa gioca sia in ambito ecclesiale che in ambito internazionale. Infatti, sono 162 le Caritas membri della Confederazione, divise in 7 regioni: Africa, America Latina, Asia, Europa, Medio Oriente e Nord Africa, Nord America, Oceania.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha seguito da vicino l'evoluzione di questo processo e il suo interesse per Caritas Internationalis è in linea con quanto aveva già affermato nell'Enciclica Deus Caritas est, all'inizio del suo Pontificato, circa il particolare rilievo dell'attività caritativa per la Chiesa: di qui l'impegno che ha richiesto in questo senso alla Segreteria di Stato, al nostro dicastero e ad altri organismi della Santa Sede, che hanno partecipato al processo di revisione degli statuti e del regolamento interno. Inoltre, nel discorso ai partecipanti all'assemblea generale di Caritas Internationalis, il 27 maggio 2011, aveva indicato alcuni elementi fondamentali da tener presenti: in virtù del fatto che la confederazione è dotata di personalità giuridica canonica pubblica, la Santa Sede ha il compito di seguire la sua attività affinché tanto la sua azione come i documenti diffusi siano in piena sintonia con la Sede Apostolica e con il magistero della Chiesa. Inoltre, il carattere ecclesiale della confederazione passa necessariamente attraverso una stretta collaborazione con i pastori della Chiesa, responsabili ultimi della testimonianza della carità (cfr. Deus Caritas est, 32). Il Santo Padre ricordava infine che, in ambito internazionale, essa si fa portavoce, presso la comunità internazionale, di «una sana visione antropologica», radicata nella dottrina cattolica ed è impegnata a difendere la dignità della persona umana.
Le indicazioni teologiche che sottendono questi concetti sono contenute nel decreto di approvazione degli statuti, che accompagna il decreto generale che oggi si pubblica e che sarà opportunamente diffuso da Caritas Internationalis, insieme agli statuti. Tali indicazioni sottolineano l'origine divina di ogni opera di carità nella Chiesa; tuttavia, la pratica ecclesiale della carità necessita di un servizio comunitario ordinato e guidato dalla parola e dall'esempio dei Vescovi (Gaudium et Spes N. 88). La testimonianza suprema della carità in Cristo sollecita pastori e fedeli a spendersi personalmente per arginare la miseria; di qui la necessità di promuovere una cultura della carità, prima di tutto nella Chiesa stessa, per essere, come insegna la parabola del Buon Samaritano (Lc 10, 29-37), luce e modello credibile anche per tutte le persone di buona volontà (Mt 5, 16).
Questi fondamenti teologici, presenti nel sullodato decreto, hanno ispirato il lavoro della Santa Sede e di Caritas Internationalis nell'elaborazione della nuova normativa, che attua in maniera più concreta anche quanto espresso dal chirografo Pontificio del 2004. Tale normativa si articola in un decreto generale a firma del cardinale segretario di Stato, nei nuovi statuti e nel nuovo regolamento interno.
Questo corpus giuridico di per sé non concerne le Caritas nazionali, che mantengono la loro autonomia e continuano a dipendere dai loro rispettivi ordinari. Però potrebbe ispirare i vescovi e le conferenze episcopali a rivedere eventualmente gli statuti delle loro Caritas diocesane o nazionali.
I Sommi Pontefici hanno sostenuto Caritas Internationalis e voluto che l'Organismo incarnasse la manifestazione della Carità della Chiesa nel corso di tutta la sua storia; allo stesso modo, il nostro Santo Padre, Papa Benedetto XVI, auspica che Caritas Internationalis, grazie al suo legame vitale con la Chiesa, possa sempre meglio svolgere la propria attività caritativa.
Anche in questa occasione, sappiamo che la consegna di una nuova normativa è solo l'atto, pur necessario, con cui si assicura un quadro giuridico. Ma questo quadro deve essere riempito quotidianamente dalla comunione vissuta, dall'attività a favore dei più soli e abbandonati, dalla testimonianza evangelica. Lo sappiamo, ma è bene ribadirlo, che ogni sistematizzazione giuridica non è fine a se stessa, ma tende a rendere più agile, efficace e credibile il lavoro che disciplina. È questo ciò che conta più di tutto, e in questo noi diversi soggetti interessati dovremo collaborare, affinché la testimonianza caritativa e la missione evangelizzatrice della Chiesa siano sempre più un richiamo a quel Dio della carità da cui tutto prende origine e forma e verso cui tutto si incammina.


*Cardinale presidente del Pontificio Consiglio «Cor Unum»


(©L'Osservatore Romano 2-3 maggio 2012) 

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