domenica 20 maggio 2012

Pubblicazione di documenti riservati. La Santa Sede: atto criminoso Pronto il ricorso alla Giustizia affinché gli autori rispondano del furto (Gasparroni)


Pubbliche le lettere del Papa 


La Santa Sede: atto criminoso Pronto il ricorso alla Giustizia affinché gli autori rispondano del furto 


Fausto Gasparroni


ROMA
Il Vaticano passa al contrattacco sulla pubblicazione di documenti riservati della Santa Sede e, nel nuovo libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità", anche di lettere private scritte al Papa e al suo segretario particolare. Si tratta di un «atto criminoso», si legge in una durissima nota della sala stampa vaticana, e il Vaticano si rivolgerà alla giustizia affinchè gli autori «del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell'uso commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi o detenuti, rispondano dei loro atti».
A far esplodere una carica che covava da tempo, dopo lo stillicidio dei "Vatileaks", è stata ieri l'uscita del libro di Nuzzi, che contiene una serie di incartamenti riservati del Vaticano, di lettere inviate all'appartamento papale, su vicende di cui si è molto parlato, dal caso Boffo alla rimozione di Viganò, fino a testi scritti dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi su temi fiscali, note su cene private tra il Papa e il presidente Napolitano, questioni come l'atteggiamento da tenere sul sequestro Orlandi.
E la decisione presa è quella di non rimanere a guardare, ma di agire in sede di giustizia.
«La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile - e obiettivamente diffamatoria - iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso», si legge nella nota diffusa. 
«Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti – viene sottolineato -, hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza». La Santa Sede, che aveva già nominato una commissione d'inchiesta, «continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre - come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano - e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell'uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia».
Se necessario, viene aggiunto, «chiederà a tal fine la collaborazione internazionale».
Della pubblicazione del libro di Nuzzi ha parlato ieri, intervenendo in diretta a Tv2000 che oggi dirige, anche l'ex direttore di Avvenire Dino Boffo, di cui in "Sua Santità" vengono pubblicate le lettere trasmesse al segretario personale del Papa, mons. Georg Gaenswein, per indicare nel direttore dell'Osservatore Romano Gian Maria Vian - e indirettamente nel cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone - l'orchestratore dello scandalo che nel 2009 portò alle sue dimissioni.
«Io potrei essere felice che un po' di verità venga fatta, però non lo sono, perché viene procurato un danno alla Chiesa», ha detto Boffo, che quindi non fatto in alcun modo marcia indietro rispetto al contenuto delle sue lettere. Ha confessato di aver fatto «di tutto» perché nel libro i suoi testi non comparissero e ha cercato fino all'ultimo Nuzzi perché ciò non avvenisse, non riuscendo nel suo intento. Al punto da inviare poi all'autore del volume un durissimo messaggio. «Pur essendo un beneficiario di queste rivelazioni - ha detto il direttore della tv dei vescovi - devo dire che non sono felice, perché l'immagine della chiesa ne viene sporcata e io ho lavorato per altro nella mia vita».
«Pubblicare documenti riservati, ottenuti non si sa come ma certo furtivamente – ha proseguito Boffo, a tratti con voce rotta dall'emozione -, è comunque un furto, un latrocinio. In Italia siamo nella situazione in cui lettere confidenziali scritte all'appartamento papale vengono rese note in un libro. Una cosa inconcepibile, un furto in piena regola». E se Nuzzi «come penso, non si è introdotto lui nelle stanze vaticane per ritirare queste carte, le ha probabilmente ricevute da qualcuno infedele alla Santa Sede, allora è un ricettatore».
Boffo ha condannato la pubblicazione di «documenti sottratti dal tavolo del Papa e del suo segretario», «non perché lavoro nel mondo cattolico, ma perché sono italiano e mi preme la figura che facciamo davanti al mondo, la figura di un Paese da poco, che non sa custodire neanche il minimo dei segreti». E si è chiesto: «ma possibile che abbiamo una legislazione tanto carente da rendere possibili queste operazioni?». E ancora: «come mai non si sono messe mini-telecamerine là dove vengono custoditi i documenti riservati della Chiesa?».


© Copyright Gazzetta del sud, 20 maggio 2012

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai letto il commento di Socci? C'è chi potrà essere d'accordo con lui, in fondo sono tanti a non poter sopportare il card. Bertone, Socci per primo viste le polemiche del passato, io non lo sono. Inoltre, la fragilità della Chiesa non data di sicuro gli ultimi sette anni.
Alessia

Raffaella ha detto...

Ciao Alessia, ho letto il sunto ma non l'articolo completo.
La fragilita' della Chiesa non e' una prerogativa degli ultimi setti anni anche se ci sono gravi responsabilita' nel non avere saputo rispondere, colpo su colpo, alle nefandezze riversate sul Papa.
Paghiamo l'inerzia del 2010 ma e' bene che tutti i giornalisti inizino a fare una seria analisi sulla Chiesa degli ultimi decenni e non solo degli ultimi sette anni.
R.

gemma ha detto...

mi dispiace, le fragilità della chiesa ora semplicemente emergono, ma le basi sono datate. Lo stesso dicasi per le eventuali pecche dei suoi uomini. Non mi pare tempo di consumare vendette personali e che la chiesa possa essere fragile o non immune da errori non nasconde il fatto che divulgare testi privati e' un reato. E' una questione di credibilità delle leggi degli stati, non solo della chiesa, e del rispetto delle persone e della propria vita privata.

Raffaella ha detto...

Esatto!
Ricordiamo solo che e' la nostra stessa Costituzione a definire inviolabile la corrispondenza.
Nuzzi e Socci scrivono per lo stesso quotidiano ma un giornalista cattolico non dovrebbe mai dimenticare di attribuire a ciascuno il suo.
R.

Anonimo ha detto...

Bertone sarà quel che sarà,ma Sodano era di gran lunga peggio,riguardo Socci,non mi è mai piaciuto,non è obiettivo,non ama essere contraddetto e poi adesso deve promuovere il suo nuovo libro sulla vera sepoltura dei resti di S.Pietro;lui conosce solo il suo punto di vista,non è mai stato ratzingeriano e ha idee personali opinabili,come tutti,quindi.....

un passante ha detto...

Non si perda di vista l'essenziale cedendo al giochetto delle fragilità della chiesa, che ci sono ma non devono oscurare il fatto che qui c' e un fuoco incrociato che non può passare inosservato. Rivelazioni sulla salute del Papa, il caso Orlandi e la magistratura, gli anonimi, il giornalista che fa da tramite... Quanto di vero ci sia in fondo non e' dato saperlo e magari tra qualche anno si scoprirà che i fatti non sussistevano, ma intanto pare ripetersi quel triste copione per cui tutte le volte che non si riesce a cambiare le istituzioni per altre vie, ecco che avviene per via giudiziaria. A me che sono un garantista tutto questo piace poco e mi rattrista che il metodo stia arrivando alla chiesa mentre da parte cattolica si sospira rassegnati sulle sue fragilità . Ci sono stati personaggi nella chiesa forte che hanno coperto Groer e Maciel e mi chiedo dove fossero allora gli anonimi e i giornalisti coraggiosi che oggi ballano sulle fondamenta della chiesa fragile e sulle spalle di un anziano Papa che nonostante ogni tanto venga dato pure lui per fragile e cagionevole di salute, tutto sta pagando per tutti.
In quanto a libero, e' da un po' che lo vedo parecchio anticlericale nell'impostaziome e nei titoli ad effetto, presumo tra l'altro non abbia gradito il presunto appoggio della chiesa al governo Monti, visto da quelle parti come il fumo in redazione.

Anonimo ha detto...

E' vero, anonimo delle 14.10, deve promuovere il suo nuovo libro:-) La sua ostilità nei confronti di Bertone è nata al tempo dell'uscita del suo libro "Il quarto segreto di Fatima" di cui il cardinale, in accoppiata con il compianto De Carli, ha confutato la tesi. Ricordo che diede fuori da matto. Riguardo i suoi rapporti con Papa Benedetto so che ha sempre avuto grande affetto e ammirazione per il cardinale prima e il Papa poi. Il problema è che non riesco a spiegarmi il suo atteggiamento e conseguenti articoli degli ultimi otto/nove mesi.
Alessia