martedì 29 maggio 2012

Padre Lombardi invita i mass media a limitarsi ai fatti: troppe le indiscrezioni del tutto infondate (Chirri)


Un cardinale tra i "corvi"? Il Vaticano smentisce 


Padre Lombardi invita i mass media a limitarsi ai fatti: troppe le indiscrezioni del tutto infondate 


Giovanna Chirri


ROMA
Le indagini continuano. I magistrati lavorano all'istruttoria formale dopo l'arresto del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele. La commissione di cardinali istituita da Benedetto XVI dopo la fuga di documenti riservati dal Vaticano prosegue i propri colloqui e approfondimenti. Il Papa è «ovviamente informato», «consapevole della situazione delicata» per la Chiesa, e la sua linea è la «trasparenza»: c'è una situazione grave alla quale trovare rimedio, e questo si intende fare. Al momento Gabriele è l'unico indagato, non sono indagati nessun cardinale e nessuna donna.
Circondato da una folla di cronisti, taccuini e registratori, il direttore della sala stampa vaticana Federico Lombardi fa il punto sull'inchiesta, aggiungendo numerosi dettagli sull'arrestato: ieri Gabriele ha «ricevuto la visita della moglie e anche dei due avvocati che ha nominato»; questi, se lo riterranno, potranno chiedere gli arresti domiciliari; non è vero che la famiglia del detenuto abbia lasciato l'appartamento in Vaticano. E, come dice anche l'avvocato di fiducia del maggiordomo, Carlo Fusco, il suo assistito è pronto ad una «ampia collaborazione». Dal portavoce vaticano anche un invito ai media a «mantenere un po' di sangue freddo», seguire l'inchiesta man mano che procede e non ricorrere alla «pura fantasia», quando non ci sono sviluppi, pur di riempire una pagina. Se gli sviluppi ci saranno, se ne darà conto.
Non ci sono dubbi sulla determinazione vaticana di raccogliere i frutti di questo terremoto entrato direttamente nell'appartamento del Papa. Obiettivo è stabilire la verità dei fatti, stanare eventuali altre talpe in uffici e organismi vaticani e soprattutto chiarire se esista una trama di complicità organizzate, o se siamo in presenza semplicemente di una o più persone che hanno agito per banali motivi - scontento per non aver ricevuto qualcosa che era stato loro promesso, avidità di danaro, necessità di ricambiare un favore - magari appoggiando «bande» all'interno della curia.
Interpellato sulle "lotte di potere" che potrebbero essere dietro alla fuga di documenti riservati cominciata lo scorso gennaio con il caso Viganò, padre Lombardi ha rilevato che sono «interpretazioni che esulano» dal discorso sull'inchiesta, e invitato a «essere obiettivi sui fatti che si riscontrano». Dai fatti, ha aggiunto, «non ho nessun motivo per dare una spiegazione di questo genere».
A giudizio di padre Lombardi, – che ha anche smentito qualsiasi «legame» tra l'arresto del maggiordomo e la sfiducia votata dal board dello Ior al presidente Ettore Gotti Tedeschi - è «esagerato» leggere «fatti specifici in un quadro di lotte e mettere in luce solo il negativo».


© Copyright Gazzetta del sud, 29 maggio 2012

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Padre Lombardi,
ma veramente pensi che i media si limitino "ai fatti", quando per 7 anni di fila hanno servito dosi quotidiane, piu' o meno abbondanti, di illazioni, travisamenti e quant'altro riguardo al Pontefice, il tutto montato ad arte manco fossero chiare d'uovo???
Non sarebbe invece ora di usare l'omonimo atrezzo (manuale!) usato dai montatori ad arte di cui sopra?

Anonimo ha detto...

Segnalo un articolo che a me è piaciuto. Anna http://www.libertaepersona.org/wordpress/2012/05/un-uomo-solo-e-al-comando/#more-117504

Anonimo ha detto...

Capisco che è il portavoce... ma un comunicato del genere che credibilità ha? Se le indagini sono in corso come si fa a escludere a priori la partecipazione di questo o quello? Tanto varrebbe aggiungere la chiusa: "Va tutto bene, non c'è niente da vedere". A me pare che così si perda di credibilità.

JP