sabato 26 maggio 2012

L'avvocato rotale Elisabetta Macrina: "Pochi mesi" di tempo; probabilmente già a novembre ci sarà la sentenza definitiva a carico di Gabriele (Ansa)


Giurista, processo finira' in pochi mesi


Sentenza definitiva possa arrivare per novembre


"Pochi mesi" di tempo; probabilmente già a novembre ci sarà la sentenza definitiva a carico dell'ex aiutante di Camera del Papa, Paolo Gabriele, accusato di essere il corvo, oppure uno dei corvi, che hanno portato all'esterno carte segrete del Vaticano e persino lettere private di papa Ratzinger. 
La previsione è di Elisabetta Macrina, docente e avvocato rotale, e la fa sulla scorta della sua esperienza visto che si tratta di uno dei pochi legali abilitati a agire presso il Tribunale vaticano. 
"La giustizia vaticana è molto più veloce di quella italiana. Il processo si risolverà nell'arco di pochi mesi. E penso che per novembre ci sarà la sentenza di terzo grado". Un processo però, che a differenza di quelli che si celebrano nei tribunali italiani, sarà tutto connotato dalla segretezza.
"Ci sono anche processi a porte aperte, ma per i soli cittadini vaticani, che comunque per accedere devono avere un interesse specifico a quel determinato procedimento". Macrina non si sbilancia sulla pena che rischia Gabriele per il reato che gli viene al momento contestato, quello di furto aggravato per il possesso illecito di documenti riservati che sarebbero stati trovati nella sua abitazione in territorio vaticano. Intanto perché, il reato potrebbe con lo sviluppo delle indagini assumere una configurazione più grave ("si dovrà valutare l'importanza dei documenti, la moralità dell'imputato, i suoi legami con l'esterno"); ma soprattutto perché "per il diritto ecclesiastico la pena maggiore è dal punto di vista morale", insomma a pesare di più sono le conseguenze di un'eventuale condanna: il che vuole dire non solo la perdita del posto di lavoro, ma il rischio di essere allontanato dalla Città del Vaticano e così di perdere anche l'abitazione e gli altri "privilegi". 
Come avviene nell'ordinamento italiano, Gabriele in caso di condanna potrà chiedere la grazia. E ovviamente in questo caso a decidere sulla concessione è soltanto il Papa.


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