venerdì 25 maggio 2012

Ior, lo scontro sulla trasparenza chiama in causa la specificità della Santa Sede (Izzo)


IOR: SCONTRO SU TRASPARENZA CHIAMA IN CAUSA SPECIFICITA' S.SEDE 


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 25 mag. 


E' passato soltanto un anno da quando sono entrate in vigore le nuove norme per la gestione dello Ior, migliorando il suo adeguamento a tutta una serie di raccomandazioni della International Financial Action Task Force (cioe' del Gafi, Gruppo di azione finanziaria internazionale). Si inserisce in questo processo in corso la traumatica uscita dalla banca vaticana del suo presidente Ettore Gotti Tedeschi, sfiduciato e fortemente criticato dai membri del Consiglio di Svrintendenza, l'organo al quale e' affidata la responsabilita' di verificare la gestione e dare indirizzi.
Sembra improbabile che il professor Gotti Tedeschi stia pagando oggi l'eccessiva apertura verso la stampa e ipotetiche scorrettezze in questo ambito: il tema e' piuttosto quello della coesistenza all'interno di una "monarchia assoluta", quale e' la Santa Sede, di poteri contrapposti che dovrebbero bilanciarsi tra di loro, come avviene invece nelle democrazie, che si basano appunto sulla divisione dei poteri. E cosi' all'origine della crisi potrebbero esserci davvero valutazioni diverse riguardo ai compiti dell'Autorita' di Informazione Finanziaria, che era nata su modelli difficilmente importabili Oltretevere, e per questo in gennaio aveva subito un ridimensionamento. Per inserire il Vaticano tra i Paesi affidabili, ci sono stati ripetuti contatti con gli esperti del Consiglio d'Europa per la valutazione delle misure anti-riciclaggio e del finanziamento del terrorismo (Moneyval) che hanno visitato lo Ior ed altre istituzioni del Vaticano che gestiscono finanze per constatare lo stato dell'adeguamento alle norme internazionali e fornire suggerimenti ed indicazioni. 
"Penso - ha affermato qualche giorno fa alla Radio Vaticana l'ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Nigel Baker - che questo processo sara' lungo e difficile, perche' ci sono alcuni aspetti per i quali lo Ior, ed in realta' anche altre istituzioni vaticane, non puo' dire: 'Abbiamo raggiunto il pieno adeguamento alle norme internazionali'". Secondo il diplomatico, che ha partecipato alla visita degli ambasciatori presso la Santa Sede allo Ior dello scorso 14 maggio, "ci sono altri ambiti, pero', per i quali lo Ior puo' dire: "Siamo assolutamente conformi" e quindi ottenere la convalida per gli standard internazionali". Il giudizio del diplomatico sul lavoro compiuto nella gestione di Gotti Tedeschi e' in ogni caso positivo per il tentativo messo in atto di "dimostrare che hanno messo in opera procedimenti moderni e che hanno lo stesso livello di resistenza all'abuso da parte di chiunque voglia farlo, come qualsiasi altra istituzione finanziaria ben gestita". "Affrontare tutto questo - ha detto ancora l'mbasciatore Baker - implica una dimostrazione di audacia, di coraggio comunque, perche' e' inevitabile che ne nascano delle critiche; inevitabilmente, a mano a mano che diventi piu' trasparente, la gente ti ricordera' il tuo passato ed i momenti difficili del passato; inevitabilmente, come accade anche per ogni banca 'buona', ci saranno momenti in cui usciranno storie su transazioni finanziarie particolari o su clienti particolari, che forse non sono proprio in linea con questo processo in cui si cerca di migliorare la trasparenza". "Credo pero' - ha concluso il rappresentante britannico - che questo sia un aspetto con il quale tutti, cioe' sia lo Ior che il Vaticano, devono convivere: la trasparenza comporta anche lavare un po' di panni sporchi". 


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1 commento:

Andrea ha detto...

Certamente, caro Izzo, il Papa ha la pienezza del potere legislativo, esecutivo e giudiziario nello Stato "della Chiesa" (SCV); tuttavia non considereri neppure per un attimo i "gruppi di controllo internazionali sull'attività finanziaria" qualcosa di moderno e di democratico.

Se andasse bene, sarebero degli strumenti formali per l'armonizzazione delle condotte "a regola d'arte" - siccome va male, sono degli strumenti dei potentati che agiscono dietro le quinte.
Infatti se ne fa portavoce non un qualche "tecnico finanziario", ma l'mbasciatore britannico, con ciò stesso facendo passare il messaggio "È Londra che sorveglia i conti del Papa"