giovedì 17 maggio 2012

Il ping pong con i Lefebvriani nel commento di TMNews


Papa/ Ping pong con Lefebvriani. E Vaticano certifica scissione


Da ex Sant'Uffizio "osservazioni", tempi ora non sono "brevi"


Città del Vaticano, 16 mag. (TMNews) 


Poteva essere un'accelerazione, è stata una frenata. O, quanto meno, non è stato un passaggio formale né scontato. La congregazione per la Dottrina della fede si è riunita oggi nella sua assemblea plenaria per esaminare lo stato dei colloqui con i Lefebvriani in vista del loro pieno reintegro nella Chiesa cattolica. Alla 'feria quarta' erano presenti 'big' del calibro dei cardinali Tarcisio Bertone, Angelo Scola, Christoph Schoenborn, Jean-Pierre Ricard, Julian Herranz, oltre che del prefetto William Levada, ormai prossimo alla pensione. Che non hanno spianato la strada al superamento dello scisma aperto negli anni Ottanta dal vescovo ultratradizionalista Marcel Lefebvre.
Benedetto XVI tiene molto a questo dossier, che però inquieta, più o meno apertamente, diversi settori della Chiesa cattolica, dagli episcopati nordeuropei a diversi settori della Curia romana, dagli ambienti catto-progressisti all'Opus dei. Il Papa ha ricevuto il superiore dei Lefebvriani, mons. Bernard Fellay, poco dopo l'elezione al soglio pontificio, ha liberalizzato il messale pre-conciliare tanto caro ai tradizionalisti (2007), ha tolto la scomunica ai quattro vescovi (2009) e per due anni ha fatto condurre ai suoi uomini colloqui che dovrebbero ora tradursi nella firma, da parte dei Lefebvriani, di un 'preambolo dottrinale'. Superando - è  la speranza della Santa Sede - la virulenta polemica lefebvriana nei confronti del Concilio vaticano II. Nelle scorse settimane mons. Fellay ha inviato a Roma una prima risposta (insufficiente), poi una seconda (incoraggiante) e oggi la congregazione per la Dottrina della fede ha "esaminato il testo" e "sono state formulate alcune osservazioni che saranno tenute presenti nelle ulteriori discussioni tra la Santa Sede e la fraternità San Pio X". Il procedimento, insomma, "continua", come ha spiegato il portavoce vaticano Federico Lombardi, non avrà tempi "molto brevi", "il processo è totalmente aperto" ed è "prematuro prefigurare tempi e modi" della sua conclusione. 
Il Papa, ovviamente, è sovrano di decidere come crede, ma questa è l'autorevole opinione che la congregazione per la Dottrina della fede ha formulato.
All'interno dell'ex Santo Uffizio ci sarebbero divergenze d'opinione. Tanto più dopo che un sito tradizionalista francese ha pubblicato la corrispondenza riservata tra Fellay, favorevole a un accordo con Roma e gli altri tre vescovi della fraternità sacerdotale San Pio X, Alfonso de Galarreta, Nicolas Tissier de Mallerais et Richard Williamson, scettici su una conclusione positiva dei negoziati col Vaticano. Ai vescovi e ai cardinali consulenti del dicastero vaticano responsabile dell'ortodossia cattolica, evidentemente, non sono piaciute né l'una né l'altra. E se per Fellay l'esame continua, "in considerazione delle posizioni prese dagli altri tre vescovi della fraternità San Pio X - recita seccamente la nota vaticana - la loro situazione dovrà essere tratta separatamente e singolarmente". La scissione interna ai Lefebvriani, nell'aria da anni, paventata dallo stesso Fellay in una recente intervista al 'Catholic News Service', si è così materializzata in un comunicato della Santa Sede. Il portavoce vaticano Lombardi ha rilevato, in particolare, le "preoccupazioni" emerse per le differenti posizioni espresse nel corso del tempo dagli altri tre vescovi lefebvriani, e in particolare le dichiarazioni negazionistiche pronunciate sugli ebrei dal britannico Richard Williamson.
In Vaticano, del resto, alcuni giorni fa non era passato solo Fellay. Anche il vice-presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse, cattolico dello Spd e membro del 'Zentralkomitee der deutschen Katholiken' (il Comitato centrale dei cattolici tedeschi, che riunisce i laici del Paese), ha fatto visita a Roma per incontrare il cardinale Kurt Koch e altri esponenti di Curia e cercare rassicurazioni sull'affaire lefebvriano. "In Germania - ha detto alla radio dell'arcidiocesi di Colonia - ci sono voci che il Vaticano abbia 'ceduto' nei confronti dei lefebvriani e il cardinale mi ha rassicurato che non è così". Lo stesso Koch, nei prossimi giorni in Israele, oggi ha tenuto una 'lecture' alla pontificia università San Tommaso d'Acquino (Angelicum) ed ha scandito: "Tutte le decisioni dottrinali del magistero sono vincolanti per un cattolico, anche il Concilio vaticano II con tutti i suoi testi". Tanto più - ha spiegato accanto al rabbino Jack Bemporad - che nelle atrocità senza precedenti della Shoah i cristiani sono stati "sia autori dei crimini sia vittime" e "il flagello dell'antisemitismo sembra essere non estirpabile nel mondo di oggi" tanto che "anche nella teologia cristiana l'antichissimo marcionismo (movimento cristiano che rifiuta ebraismo e primo testamento, ndr.) e l'antiebraismo riemergono con spirito di rivalsa, e di fatto non solo da parte dei tradizionalisti ma anche nel filone liberale dell'attuale teologia. In considerazione di tali sviluppi, la Chiesa cattolica è costretta a denunciare che l'antiebraismo e il marcionismo sono un tradimento della sua stessa fede cristiana e a richiamare alla mente che la fraternità spirituale fra ebrei e cristiani ha il suo fermo ed eterno fondamento nella Sacra Scrittura".


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Che c'entra il politico tedesco con la Sede di Pietro?Han preso una bella batosta alle recenti elezioni...