domenica 27 maggio 2012

Il Papa: tutti siamo sottoposti ad impulsi che provengono dalla carne. Viviamo una nuova Babele, fatti quotidiani sgomentano. Gli uomini di potere e scienza dimenticano il riferimento a Dio (Izzo)


PAPA: TUTTI SIAMO SOTTOPOSTI A IMPULSI CHE PROVENGONO DALLA CARNE


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 27 mag. 


Tutti gli uomini vivono "un conflitto interiore, da una divisione, tra gli impulsi che provengono dalla carne e quelli che provengono dallo Spirito". 
Lo ha detto il Papa nell'omelia della messa di Pentecoste celebrata in San Pietro. "Noi - ha spiegato - non possiamo seguirli tutti. 
Non possiamo essere contemporaneamente egoisti e generosi, seguire la tendenza a dominare sugli altri e provare la gioia del servizio disinteressato". "Dobbiamo sempre scegliere - ha detto ancora - quale impulso seguire e lo possiamo fare in modo autentico solo con l'aiuto dello Spirito".


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PAPA: VIVIAMO UNA NUOVA BABELE, FATTI QUOTIDIANI SGOMENTANO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 27 mag. 


Viviamo una "nuova Babele" e assistiamo a "fatti quotidiani in cui sembra che gli uomini stiano diventano piu' aggressivi e scontrosi, comprendersi sembra troppo impegnativo, e si preferisce restare in se'". 
Sono parole di Bendetto XVI nell'omelia della messa per la Pentecoste celebrata in San Pietro. "La Pentecoste - ha ricordato - e' la festa dell'unione, comprensione e comunione umana" e lo e' anche nel nostro mondo in cui le persone sono piu' vicine ma "la comprensione e la comunione e' spesso superficiale e difficoltosa". 


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PAPA: UOMINI DI POTERE E SCIENZA DIMENTICANO RIFERIMENTO A DIO 


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 27 mag. 


La Babele della Bibbia "e' la descrizione di un regno in cui gli uomini hanno concentrato tanto potere da pensare di non dover fare piu' riferimento a un Dio lontano e di essere cosi' forti da poter costruire da soli una via che porti al cielo per aprirne le porte e mettersi al posto di Dio". Lo ha sottolineato Benedetto XVI nell'omelia di Pentecoste. 
"Con il progresso della scienza e della tecnica - ha rilevato - siamo arrivati al potere di dominare forze della natura, di manipolare gli elementi, di fabbricare esseri viventi, giungendo quasi fino allo stesso essere umano".
Oggi, ha aggiunto il Papa durante la celebrazione presieduta in San Pietro, "permangono squilibri che non di rado portano a conflitti; il dialogo tra le generazioni si fa faticoso e a volte prevale la contrapposizione". 
In questa situazione, ha osservato, "pregare Dio sembra qualcosa di sorpassato, di inutile, perche' noi stessi possiamo costruire e realizzare tutto cio' che vogliamo. Ma non ci accorgiamo che stiamo rivivendo la stessa esperienza di Babele". La Bibbia ci racconta, ha ricordato, che "mentre gli uomini stavano lavorando insieme per costruire la torre, improvvisamente si resero conto che stavano costruendo l'uno contro l'altro. 
Mentre tentavano di essere come Dio, correvano il pericolo di non essere piu' neppure uomini, perche' avevano perduto un elemento fondamentale dell'essere persone umane: la capacita' di accordarsi, di capirsi e di operare insieme". "Questo racconto biblico - ha spiegato il Pontefice - contiene una sua perenne verita'; lo possiamo vedere lungo la storia, ma anche nel nostro mondo".
Ed anche oggi che "abbiamo moltiplicato le possibilita' di comunicare, di avere informazioni, di trasmettere notizie", dovremmo domandarci se "possiamo dire che e' cresciuta la capacita' di capirci o forse, paradossalmente, ci capiamo sempre meno? Tra gli uomini non sembra forse serpeggiare un senso di diffidenza, di sospetto, di timore reciproco, fino a diventare perfino pericolosi l'uno per l'altro? Ritorniamo allora - ha continuato -  alla domanda iniziale: puo' esserci veramente unita', concordia? E come?". 
Per il Papa teologo, "la risposta la troviamo nella Sacra Scrittura: l'unita' puo' esserci solo con il dono dello Spirito di Dio, il quale ci dara' un cuore nuovo e una lingua nuova, una capacita' nuova di comunicare". 
"Questo - ha scandito - e' cio' che si e' verificato a Pentecoste. In quel mattino, cinquanta giorni dopo la Pasqua, un vento impetuoso soffio' su Gerusalemme e la fiamma dello Spirito Santo discese sui discepoli riuniti, si poso' su ciascuno e accese in essi il fuoco divino, un fuoco d'amore, capace di trasformare. La paura scomparve, il cuore senti' una nuova forza, le lingue si sciolsero e iniziarono a parlare con franchezza, in modo che tutti potessero capire l'annuncio di Gesu' Cristo morto e risorto". "A Pentecoste - dunque - dove c'era divisione ed estraneita', sono nate unita' e comprensione". 


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Raffy, ti segnalo dal blog di Béatrice questo articolo che loa nostra amica, forse non a torto, definisce profetico:
Terza ondata di attacchi alla Chiesa
Ce n'est pas fini!
Il y aura une troisième vague d'attaques
L'actuelle campagne de diffamation contre l'Eglise n'est que le second coup
Daniel Filander
11 avril 2010
http://benoit-et-moi.fr/2012%20(II)/045500a02d0f3c31a/045500a05f0ffcc07.html
Alessia