mercoledì 2 maggio 2012

Il Papa: Dal “rapporto con Dio” viene “la forza per affrontare i persecutori” (Sir)


BENEDETTO XVI: UDIENZA, LA “FORZA PER AFFRONTARE I PERSECUTORI” 


Dal “rapporto con Dio” viene “la forza per affrontare i persecutori”. Con queste parole, il Papa ha sintetizzato la figura di Santo Stefano, attualizzandone il messaggio. Ripercorrendo, infatti, la vicenda del primo martire della Chiesa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, benedetto XVI ha fatto notare come nel suo martirio, narrato dagli Atti degli Apostoli, “si manifesta il fecondo rapporto tra la Parola di Dio e la preghiera”. “La testimonianza di Santo Stefano - ha detto il Papa nella parte finale della catechesi odierna - ci offre alcune indicazioni per la nostra preghiera e la nostra vita”. “Da dove questo primo marti8re cristiano ha tratto la forza per affrontare i suoi persecutori e giungere fino al dono di se stesso?”, si è chiesto il Papa. “Dal suo rapporto con Dio”, la risposta, “dalla meditazione sulla storia della salvezza, dal vedere l’agire di Dio, che in Gesù Cristo è giunto al vertice”. “Anche la nostra preghiera deve esser nutrita dall’ascolto di Dio”, l’invito del Santo Padre, secondo il quale “la nostra preghiera deve essere contemplazione di Gesù+ alla destra di Dio, di Gesù come Signore della nostra esistenza quotidiana. In Lui possiamo anche noi rivolgerci a Dio con la fiducia e l’abbandono dei figli che si rivolgono ad un Padre che li ama in modo infinito”.
Soffermandosi sul discorso di Santo Stefano davanti al tribunale, il più lungo degli Atti degli Apostoli, il Papa ha fatto notare che in esso Stefano “rilegge tutta la narrazione biblica, itinerario contenuto nella Sacra Scrittura, per mostrare che esso conduce al ‘luogo’ della presenza definitiva di Dio, che è Gesù Cristo, in particolare la sua Passione, Morte e Risurrezione. In questa prospettiva Stefano legge anche il suo essere discepolo di Gesù, seguendolo fino al martirio. La meditazione sulla Sacra Scrittura gli permette così dio comprendere il presente”. “Negli eventi narrati nella Sacra Scrittura - il commento del Papa - emerge sempre Dio, che non si stanca di andare incontro all’uomo nonostante trovi spesso un’ostinata opposizione”. In tutto questo, Stefano “vede la prefigurazione della vicenda di Gesù Stesso, il Figlio di Dio fattosi carne, che incontra ostacoli, rifiuto, morte”. “Nella sua meditazione sull’agire di Dio nella storia della salvezza, evidenziando la perenne tentazione di rifiutare Dio e la sua azione”, ha concluso Benedetto XVI, egli afferma che Gesù è il Giusto annunciato dai profeti”, nel quale “Dio stesso si è reso presente in modo unico e definitivo”.


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