mercoledì 2 maggio 2012

Il Papa all'udienza generale: la comunione con Cristo dà ai martiri la forza di affrontare i persecutori (R.V.)


Il Papa all'udienza generale: la comunione con Cristo dà ai martiri la forza di affrontare i persecutori


Benedetto XI ha dedicato stamani la propria catechesi alla testimonianza e alla preghiera di Santo Stefano. Il primo martire della Chiesa - ha detto il Papa in Piazza San Pietro durante l’udienza generale davanti ad oltre 40 mila fedeli - ha tratto la forza di affrontare i suoi persecutori dal rapporto con Cristo. Il servizio di Amedeo Lomonaco: 


Santo Stefano, condotto in tribunale davanti al Sinedrio con l’accusa di aver dichiarato che Gesù avrebbe distrutto il tempio e sovvertito le usanze tramandate da Mosè, sottolinea che “Dio non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo” (At 7, 48). “Gesù – ricorda il Papa - è il luogo del vero culto”, il nuovo tempio che “sostituisce con l’offerta di se stesso sulla croce, i sacrifici antichi”:


“Il nuovo tempio in cui Dio abita è il suo Figlio, che ha assunto la carne umana, è l’umanità di Cristo, il Risorto che raccoglie i popoli e li unisce nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue”.


Dio non si stanca di andare incontro all’uomo “nonostante trovi spesso un’ostinata opposizione”. Il corpo di Gesù – aggiunge il Santo Padre - è “il nuovo tempio di Dio”, “il luogo della presenza del Dio vivente”:


“In Lui Dio e uomo, Dio e il mondo sono in contatto: Gesù prende su di sé tutto il peccato dell’umanità per portarlo nell’amore di Dio e per ‘bruciarlo’ in questo amore. Accostarsi alla Croce, entrare in comunione con Cristo, vuol dire entrare in questa trasformazione. E questo è entrare in contatto con Dio, entrare nel vero tempio”.


Santo Stefano ha tratto la forza per affrontare i suoi persecutori "dal suo rapporto con Dio, dalla sua comunione con Cristo", “dalla meditazione sulla storia della salvezza”, dal vedere l’agire del Padre. Anche la nostra preghiera – sottolinea il Papa – deve essere nutrita dall’ascolto della Parola di Dio:


“Egli - il Figlio di Dio – è il tempio 'non fatto da mano d’uomo' in cui la presenza di Dio Padre si è fatta così vicina da entrare nella nostra carne umana per portarci a Dio, per aprirci le porte del Cielo”.


La nostra preghiera – conclude Benedetto XVI – allora deve essere “contemplazione di Gesù alla destra di Dio, di Gesù come Signore della nostra esistenza quotidiana”. 


Il Papa ha rivolto infine il proprio cordiale saluto ai fedeli polacchi, giunti a Roma in occasione del primo anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II: “La testimonianza della sua vita, l’insegnamento e l’amore per la patria – ha detto il Pontefice - rimangano la vostra particolare eredità”.


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