lunedì 14 maggio 2012

Il coraggio di osare. L’incontro a Sansepolcro: annullata la visita a La Verna (Sir)


Il coraggio di osare 


L’incontro a Sansepolcro: annullata la visita a La Verna


La visita pastorale del Papa ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro ha dovuto fare i conti stasera con il cattivo tempo. Così è saltata la visita al santuario della Verna. La pioggia e la nebbia hanno creato problemi per la visibilità e quindi sono venuti meno i requisiti di sicurezza per il volo in elicottero. È stata così anticipata la visita a Sansepolcro, alla quale hanno partecipato anche il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Il Santo Padre ha ringraziato gli abitanti di Sansepolcro per l’accoglienza: “Nonostante il tempo un po’ brutto, il nostro cuore è pieno di luce, di calore e di gioia”, ha sostenuto.


Riscoprire le radici cristiane. I fondatori di Sansepolcro “idearono un modello di città articolato e carico di speranza per il futuro, nel quale i discepoli di Cristo erano chiamati ad essere il motore della società nella promozione della pace, attraverso la pratica della giustizia. La loro sfida coraggiosa diventò realtà, con la perseveranza di un cammino che, grazie al supporto del carisma benedettino prima e dei monaci Camaldolesi poi, è continuato per generazioni”, ha osservato Benedetto XVI incontrando la cittadinanza in Piazza Torre di Berta a Sansepolcro, per il millenario di fondazione della città. “L’ideale dei vostri fondatori – ha sottolineato - è giunto fino ai nostri giorni e costituisce non soltanto il cardine dell’identità di Sansepolcro e della Chiesa diocesana, ma anche una sfida a conservare e promuovere il pensiero cristiano, che è all’origine di questa città”. Il millenario è “l’occasione per compiere una riflessione, che è, ad un tempo, cammino interiore sulle vie della fede e impegno a riscoprire le radici cristiane, affinché i valori evangelici continuino a fecondare le coscienze e la storia quotidiana di voi tutti”. 


Una nuova etica pubblica. Oggi, ha chiarito il Papa, “vi è particolare bisogno che il servizio della Chiesa al mondo si esprima con fedeli laici illuminati, capaci di operare dentro la città dell’uomo, con la volontà di servire al di là dell’interesse privato, al di là delle visioni di parte. Il bene comune conta di più del bene del singolo, e tocca anche ai cristiani contribuire alla nascita di una nuova etica pubblica”. Di qui l’esortazione: “Alla sfiducia verso l’impegno nel politico e nel sociale, i cristiani, specialmente i giovani, sono chiamati a contrapporre l’impegno e l’amore per la responsabilità, animati dalla carità evangelica, che chiede di non rinchiudersi in se stessi, ma di farsi carico degli altri. Ai giovani rivolgo l’invito a saper pensare in grande: abbiate il coraggio di osare! Siate pronti a dare nuovo sapore all’intera società civile, con il sale dell’onestà e dell’altruismo disinteressato. È necessario ritrovare solide motivazioni per servire il bene dei cittadini”. “Memori del passato e attenti al presente, ma anche proiettati verso il futuro, voi cristiani della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – ha sostenuto il Pontefice - sapete che il progresso spirituale delle vostre comunità ecclesiali e la stessa promozione del bene comune delle comunità civili richiedono impegno per un inserimento sempre più vitale delle vostre parrocchie ed associazioni nel territorio. Il cammino percorso e la fede che vi anima vi diano coraggio e slancio per continuare”. “Guardando al vostro ricco patrimonio spirituale – ha concluso -, siate una Chiesa viva al servizio del Vangelo! Una Chiesa ospitale e generosa, che con la sua testimonianza renda presente l’amore di Dio per ogni essere umano, specialmente per i sofferenti ed i bisognosi”. 


Il cuore di La Verna. “La croce gloriosa di Cristo riassume le sofferenze del mondo, ma è soprattutto segno tangibile dell’amore, misura della bontà di Dio verso l’uomo. In questo luogo anche noi siamo chiamati a recuperare la dimensione soprannaturale della vita, a sollevare gli occhi da ciò che è contingente, per tornare ad affidarci completamente al Signore, con cuore libero e in perfetta letizia”. È questo uno dei passaggi del discorso che Benedetto XVI avrebbe letto nella sua visita alla Verna, annullata per il cattivo tempo. “La contemplazione del Crocifisso – si legge nel testo del Santo Padre - ha una straordinaria efficacia, perché ci fa passare dall’ordine delle cose pensate, all’esperienza vissuta; dalla salvezza sperata, alla patria beata”. Questo è “il cuore dell’esperienza della Verna, dell’esperienza che qui fece il Poverello di Assisi. In questo Sacro Monte, san Francesco vive in se stesso la profonda unità tra sequela, imitatio e conformatio Christi. E così dice anche a noi che non basta dichiararsi cristiani per essere cristiani, e neppure cercare di compiere le opere del bene”. Insomma, “occorre conformarsi a Gesù, con un lento, progressivo impegno di trasformazione del proprio essere, a immagine del Signore, perché, per grazia divina, ogni membro del Corpo di Lui, che è la Chiesa, mostri la necessaria somiglianza con il Capo, Cristo Signore”. “Portare l’amore di Cristo! Quanti pellegrini – proseguiva il discorso - sono saliti e salgono su questo Sacro Monte a contemplare l’Amore di Dio crocifisso e lasciarsi rapire da Lui. Quanti pellegrini sono saliti alla ricerca di Dio, che è la vera ragione per cui la Chiesa esiste: fare da ponte tra Dio e l’uomo. E qui incontrano anche voi, figli e figlie di san Francesco”. Di qui l’invito a portare l’amore di Cristo “all’uomo del nostro tempo, spesso chiuso nel proprio individualismo; siate segno dell’immensa misericordia di Dio”. 


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1 commento:

laura ha detto...

Papa Benedetto non è nuovo ad usare queste frasi "provocatorie": Nell'omelia pronunicata nel 2005 per 40 della chiusura del Concilio Vaticano II, disse "Abbiate il coraggio di compromettervi con Dio" e citò Colei che si compromise in tutto: Maria. Papa Benedetto è fortissimo. Parla al cuore e lo trafigge. Se Lo si ascolta, o ci si fa l'esame di coscienza, oppure è meglio lasciar perdere. Non lascia mai indifferenti.