venerdì 25 maggio 2012

Gotti Tedeschi: «Pago la difesa della legge antiriciclaggio e la vicenda del San Raffaele» (Vecchi)


SANTA SEDE DURISSIMA NOTA DELL'ISTITUTO: NON HA SVOLTO FUNZIONI DI PRIMARIA IMPORTANZA


Via il banchiere del Vaticano «Pago per la legge antiriciclaggio»


Il presidente Gotti Tedeschi sfiduciato dal consiglio dello Ior Economista Editorialista dell'«Osservatore», è stato uno dei consulenti del Papa per la «Caritas in Veritate»



Gian Guido Vecchi


CITTÀ DEL VATICANO - Tutta l'amarezza e il senso dello scontro che si è consumato in Vaticano sta in una frase, quando tutto ormai era finito: «Pago la difesa della legge antiriciclaggio e la vicenda del San Raffaele». Ettore Gotti Tedeschi dalle 14 di ieri non è più il presidente dello Ior. È uscito dalla sala quando il Consiglio di sovrintendenza dell'istituto lo ha sfiduciato «all'unanimità». Di lì a poco è stata diffusa una nota di durezza inaudita, per la Santa Sede.
Nessuna frase o ringraziamento di circostanza. Solo la comunicazione che «fra i temi in agenda» c'era «ancora una volta» la «governance» dello Ior che «nel tempo» ha «destato progressiva preoccupazione», una situazione che si è «ulteriormente deteriorata» nonostante le «ripetute comunicazioni» all'ormai ex presidente. Gotti Tedeschi, si legge, è stato sfiduciato «per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio», e ora si «guarda avanti» per cercare «un nuovo ed eccellente presidente». Oggi si riunirà la commissione di vigilanza dello Ior - composta da cinque cardinali e presieduta dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone - per «trarre le conseguenze» della sfiducia. La presidenza dovrebbe andare ad interim al vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz. Ma certo la faccenda non si chiuderà qui, tanto più mentre la Santa Sede attende «a luglio» di sapere se sarà ammessa nella «white list» dell'Ocse, la lista dei Paesi virtuosi contro il riciclaggio di denaro sporco. 
La «sfiducia» è clamorosa, Gotti Tedeschi è stato uno dei consulenti di Benedetto XVI per la Caritas in Veritate , un editorialista di punta dell' Osservatore , con un rapporto diretto col Papa e l'Appartamento. Uno dei motivi principali dello scontro - da mesi si parlava di una destituzione di Gotti Tedeschi, veleni anonimi Oltretevere sono arrivati a collegarlo allo scandalo dei corvi - sta proprio nella legge antiriciclaggio che ha finito per farlo scontrare con il cardinale Bertone, proprio l'uomo che d'accordo con il Papa lo aveva voluto allo Ior nel 2009 il nome del nuovo corso e della trasparenza: ad alcuni non piacque quando Gotti Tedeschi si presentò ai giudici italiani senza attendere rogatorie. 
Poi l'anno scorso i suoi dubbi crescenti sull'operazione (rientrata) San Raffaele hanno incrinato i rapporti. Ma soprattutto il problema è che la Santa Sede, per entrare nella white list , ha approvato successivamente due versioni delle norme antiriciclaggio. La prima è la legge vaticana «CXXVII» (127), in vigore il 1° aprile dell'anno scorso. Fu curata da esperti dell'Authority presieduta dal cardinale Attilio Nicora, come il direttore Francesco De Pasquale e Marcello Condemi, autori nel febbraio 2008 di un «Quaderno» della Banca d'Italia sui «Lineamenti della disciplina internazionale di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo». Ma il 25 gennaio di quest'anno «per urgente necessità» la legge è stata «modificata e integrata» con il decreto «CLIX» (159). Il cardinale Nicora si era mostrato preoccupato, «la nuova versione riforma in toto l'assetto istituzionale del sistema antiriciclaggio, ridefinendo compiti e ruoli dell'Autorità. Dall'esterno, anche se erroneamente, potrebbe essere visto come un passo indietro». Gli ispettori di «Moneyval» arrivati a novembre in Vaticano sono così tornati a marzo. Gotti Tedeschi difendeva la prima versione contro la seconda, corretta dall'avvocato della Santa Sede negli Usa, Jeffrey Lena. Ciascuna parte ha sostenuto che il proprio testo fosse più aderente agli «standard internazionali». Di certo a metà maggio, a Strasburgo, Moneyval ha espresso dubbi sul ridimensionamento dell'Authority di vigilanza e il controllo della Segreteria di Stato, con la nuova e ormai definitiva legge. Il momento è delicato. 
E pensare che ancora a marzo, Oltretevere, si negavano le voci dicendo: «Destituire Gotti Tedeschi, uno degli artefici della trasparenza, darebbe un'immagine devastante in vista del giudizio europeo, come tornare ai tempi di Marcinkus».


© Copyright Corriere della sera, 25 maggio 2012 consultabile online anche qui.


La sensazione e' proprio quella di essere tornati indietro di trent'anni!
La Santa Sede spieghi o sara' questa la versione accreditata alla quale credero'.
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non siamo tornati indietro di 30 anni, Raffy! Il marcio acculatosi è talmente profondo, gli orrori tali da non essere ancora riusciti a uscirne. Questo, naturalmente, ragionando secondo l'ottica del mondo. Se invece ragioniamo per ottiche altre possiamo dire che la Chiesa, e noi con lei, stiamo vivendo la purificazione.
Alessia