giovedì 31 maggio 2012

Festa della Visitazione di Maria. Il Papa chiude il mese di maggio nei Giardini Vaticani (Radio Vaticana)


Festa della Visitazione di Maria. Il Papa chiude il mese di maggio nei Giardini Vaticani


Questa sera, nella Festa della Visitazione di Maria, il Papa, come da tradizione, chiude nei Giardini Vaticani il mese di maggio. Il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano guiderà la processione e la recita del Santo Rosario dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla Grotta della Madonna di Lourdes. Poi, alle 21.00, Benedetto XVI raggiungerà la Grotta rivolgendo la sua parola ai presenti. Ma ripercorriamo alcune riflessioni pronunciate dal Papa in questi anni in occasione della chiusura del mese dedicato a Maria. Il servizio di Debora Donnini:


Maria e la cugina Elisabetta. Sono le due figure al centro del Vangelo di oggi, Festa della Visitazione. Negli anni la riflessione di Benedetto XVI ripercorre, con diverse sfaccettature, questo straordinario momento di incontro fra Elisabetta che in tarda età aspetta un figlio e Maria che corre verso la cugina in Giudea. La Vergine ha appena ricevuto l’annuncio dell’Angelo, “ha creduto” e “ha risposto con fede, accettando con coraggio il progetto di Dio per la sua vita e accogliendo così in sé la Parola eterna dell’Altissimo”: 


“Rivolgendoci oggi alla 'piena di grazia', le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza divina, di poter pronunciare ogni giorno il nostro 'sì' ai disegni di Dio con la stessa fede umile e schietta con cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in sé la Parola di Dio, si è abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta sempre più generosa e incondizionata ai suoi progetti, anche quando in essi siamo chiamati ad abbracciare la croce”. (Discorso del 31 maggio 2011)


La fede di Maria, dunque, al centro, ma anche il suo viaggio “in fretta verso la regione montuosa, in una città della Giudea”, come ricorda il Vangelo di Luca. Benedetto XVI lo definisce “un autentico viaggio missionario”. “La nostra, come singoli e come Chiesa – sottolinea - è un’esistenza proiettata al di fuori di noi”. Maria quindi raggiunge e dà aiuto alla cugina Elisabetta che “diventa così il simbolo di tante persone anziane e malate” . Maria , che si era definita serva del Signore, “serve il Signore che incontra nei fratelli”, ma il vertice della sua carità consiste nel far incontrare Cristo: 


“Gesù è il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di Lui che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo. È di Lui che hanno grande bisogno la società in cui viviamo, l’Europa, il mondo intero”. (Discorso del 31 maggio 2010)


Elisabetta al vedere Maria sente che il bambino nel suo grembo esulta di gioia e chiama “beata” sua cugina. A loro volta le parole di Elisabetta accendono in Maria un cantico di lode, il Magnificat che il Papa definisce “un’autentica e profonda lettura ‘teologica’ della storia”, una lettura che anche noi dobbiamo continuare ad imparare da Lei: 


"L’anima mia magnifica il Signore. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura e la libera dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia”. (Discorso del 31 maggio 2008)


Dunque “Maria ‘vede’ con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia. Per questo è beata , perché ha creduto”: 


“La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli”. (Discorso del 31 maggio 2008)


Nel 2009 la conclusione del mese mariano cade alla Vigilia di Pentecoste. E il Papa traccia, dunque, il legame fra Maria e lo Spirito Santo. La fede della Vergine spinge anche noi “a riconoscere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare le sue ispirazioni e a seguirle docilmente”:


“Nella Pentecoste, la Vergine Madre appare nuovamente come Sposa dello Spirito, per una maternità universale nei confronti di tutti coloro che sono generati da Dio per la fede in Cristo. Ecco perché Maria è per tutte le generazioni immagine e modello della Chiesa, che insieme allo Spirito cammina nel tempo invocando il ritorno glorioso di Cristo: 'Vieni, Signore Gesù' (cfr Ap 22,17.20)”. (Discorso del 30 maggio 2009)


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