venerdì 18 maggio 2012

Cortile dei gentili a Barcellona. In cielo saremo tutti coristi (Sistach)


In cielo saremo tutti coristi


di Lluis Martínez Sistach


Il 17 e il 18 maggio si terrà a Barcellona una sessione del Cortile dei gentili, l'iniziativa lanciata da Papa Benedetto XVI per il dialogo tra credenti e non credenti. Questa volta il tema scelto dal Pontificio Consiglio della Cultura e dall'arcivescovado di Barcellona sarà «Arte, bellezza e trascendenza». 
Speriamo possa essere un evento culturale straordinario e che faciliti il dialogo amichevole tra la fede e la cultura, nel contesto di un Paese che nel campo delle arti plastiche ha avuto una considerevole importanza a livello mondiale per aver dato i natali ad artisti di grande rilievo internazionale, come Dalí e Miró, e in modo particolare, al grande architetto Antoni Gaudí, artista geniale e cristiano esemplare, la cui causa di beatificazione è stata avviata e che desideriamo possa diventare il primo architetto della storia della Chiesa a essere elevato agli onori degli altari. 
Benedetto XVI, nel suo discorso alla Curia romana in occasione del Natale 2009, ha lanciato l'idea del Cortile dei gentili, che, con grande dinamismo, il Pontificio Consiglio della Cultura ha fatto sua e porta avanti, con il suo presidente, il cardinale Gianfranco Ravasi, e i suoi collaboratori. Pensando al Cortile dei gentili del Tempio di Gerusalemme, il Papa, in quel discorso, ha proposto che le persone che si considerano non credenti o agnostiche fossero anch'esse presenti nel cuore di noi credenti. «La Chiesa -- ha affermato il Pontefice -- dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “cortile dei gentili” dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l'accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa». 
Con questo spirito, terremo a Barcellona la sessione del Cortile dei gentili, che s'iscrive perfettamente nel Piano pastorale dell'arcidiocesi di Barcellona, incentrato sulla nuova evangelizzazione, che ha guidato anche la celebrazione nella nostra città della cosiddetta «Missione metropolis», insieme ad altre undici città europee, e che ora, con particolare attenzione verso i non credenti, ha la propria continuità nel Cortile. Il dialogo tra fede e cultura è un modo di esprimere il messaggio di Gesù nell'ambito cittadino.
Barcellona e la Catalogna hanno una lunga tradizione culturale e di dialogo. Per noi la parola ha grande valore, come pure il dialogo tra le persone e tra i popoli. Perciò, e anche per dare un senso alla vita, soprattutto in questo tempo in cui subiamo le conseguenze della crisi economica, che è anche una crisi antropologica e di valori, c'è un desiderio d'incontrarsi, di dialogare e di cercare il significato dell'esistenza, e si constata il bisogno di aprirsi alla dimensione trascendente propria della persona umana e, in definitiva, d'incontrare Dio. 
La sessione del Cortile dei gentili di Barcellona si svolgerà in quattro scenari emblematici di questo dialogo amichevole attorno alla fede e alla cultura, tra credenti e non credenti. Il primo sarà il Museo nazionale d'arte della Catalogna, di cui una delle sezioni più ammirate è quella dell'arte romanica. Lì, nell'area di fronte alla riproduzione dell'abside romanico della chiesa di Sant Climent de Taül (piccolo paese dei Pirenei catalani), con il grande affresco originale del Cristo Pantocrator, rifletteremo, ascoltando la parola degli esperti, sul tema «Arte, anima della cultura, cammino di trascendenza». Le riflessioni dei relatori, tra i quali figura la signora Micol Forti, direttrice della sezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani, saranno accompagnate da alcune interpretazioni musicali a cura di Lidia Pujol, un'artista che dà vita all'arte dei trovatori, e che aggiungerà anche un canto alla Vergine Santissima tratto dal famoso Llibre Vermell de Montserat, Mariam Matrem (XIV secolo) e il Cant de la Sibilla (xi secolo).
Il secondo scenario, trattandosi di un'iniziativa di carattere culturale, non poteva essere altro che la sede dell'università centrale di Barcellona, la nostra Alma Mater. Nel paraninfo di questa istituzione, accolti gentilmente dal magnifico rettore, Dídac Ramírez, rifletteremo sulla possibilità di «trovare la bellezza e salvare il mondo»: i diversi relatori proporranno cammini in risposta alla famosa domanda dello scrittore Dostoevsky: «Esiste una bellezza che può salvare il mondo?». La musica di Beethoven e di Schubert servirà da contrappunto estetico alle riflessioni dei relatori, tra i quali figura Alessandro Zuccari, storico dell'arte dell'università La Sapienza di Roma.
Il terzo scenario sarà quello dell'Institut d'Estudis Catalans, considerato come l'Accademia della lingua Catalana, dove saremo accolti dal presidente, Salvador Giner. Il tema di questa sessione sarà «Creare e ricreare: i sensi spirituali». Si rifletterà soprattutto sul significato sociale dell'arte e sull'aspetto spirituale nell'arte. Gli interventi saranno accompagnati da un cortometraggio intitolato Momenti musicali, del regista Albert Serra. Rifletteremo anche su «Il processo di creazione artistica come atto di trascendenza» in una tavola rotonda alla quale parteciperanno un maestro di arti plastiche, un compositore musicale, un romanziere e un regista teatrale.
E arriviamo al quarto scenario che sarà quello in cui si terrà la chiusura del Cortile dei gentili di Barcellona. Non poteva essere altro che l'opera magna di Antoni Gaudí, la Sagrada Família, conosciuta e ammirata in tutto il mondo, specialmente dopo la solenne cerimonia della sua dedicazione che Benedetto XVI ha avuto la cortesia di presiedere -- e per la qual cosa lo ringraziamo e ricordiamo -- il 7 novembre 2010, accettando paternamente l'invito che gli avevo presentato come arcivescovo di Barcellona. 
Il tema scelto per questo atto di chiusura è «Il dialogo delle due voci: poesia e musica nella Sagrada Família». Prima ascolteremo alcuni brani della Bibbia, commentati dal cardinale Gianfranco Ravasi. Seguirà il dialogo dei teologi, nel quale verranno presentate da Santiago del Cura la «teologia della bellezza: la liturgia e la santità come epifanie di Dio» e da Armand Puig l'espressione simbolica dell'arte cristiana. Questi interventi ravviveranno nella nostra memoria l'omelia del Papa durante la dedicazione della basilica. Il dialogo dei poeti è affidato a David Jou e a Gemma Gorga, docenti presso due università catalane.
Qui la parte musicale raggiunge il suo zenit. Prima nell'alta qualità di un'interprete particolare, la grande soprano Montserrat Caballé, che ringraziamo molto per la sua disponibilità verso l'arcidiocesi di Barcellona e verso questa iniziativa che fin dal primo momento ha seguito con interesse e con totale apertura. E questa interpretazione particolare, di grande rilievo, sarà accompagnata da una partecipazione collettiva a sua volta molto significativa, che speriamo resterà come una pagina gloriosa nella storia di Barcellona e della sua “cattedrale del XXI secolo”: più di seicento cantori di ventiquattro cori di tutta la Catalogna offriranno il «Dialogo della musica», con una selezione di brani che sono un omaggio alla basilica, come la lode alla Santissima Trinità (facciata della Natività), a Gesù, l'uomo del dolore (facciata della Passione) e alla Pasqua eterna (facciata della Gloria). 
Gaudí sognava il suo tempio pieno di fedeli di tutto il mondo. Artista globale, si preoccupò in modo particolare di far sì che nella sua basilica la musica avesse una particolare rilevanza. Quel giorno, dalle cantorie risuoneranno il Regina Caeli e Questo è il giorno del Signore, un riferimento alla Pasqua eterna. 
Gaudí intendeva la Sagrada Família come uno spazio pensato per la grandiosa assemblea di quanti rendono lode alla Santissima Trinità. Le volte della navata -- diceva -- saranno «le foglie del grande albero che riunirà il popolo per lodare Dio». Questa assemblea anticipa l'assemblea celeste con i suoi canti. Accompagnati dagli organi, Gaudí sognava centinaia di cantori che formassero una grande coro, più celeste che terreno. Di fatto, in una dedica che troviamo nel libro d'onore dell'Orfeó Catalá -- il più accreditato coro catalano -- aveva già lasciata scritta la seguente frase: «In cielo, saremo tutti coristi». Il Cortile dei gentili di Barcellona ci offre l'opportunità di esserlo anche sulla terra e di realizzare così il sogno di Gaudí.

(©L'Osservatore Romano 17 maggio 2012)

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