sabato 26 maggio 2012

Chi è Paolo Gabriele (Fabrizio)


Chissa'...magari la spiegazione di tutto sta proprio nelle righe qui sotto.
R.



Maggiordomo in cella, provato e in preghiera


di Nina Fabrizio


Addolorato, profondamente provato, in silenzio e assorto da giorni in una preghiera di penitenza. E' così che viene descritto in queste ore difficilissime per lui, Paolo Gabriele, 'Paoletto' in Vaticano, l'aiutante di Camera di Benedetto XVI su cui ora pesa la grave accusa di furto aggravato. Oltre che l'onta, per lui cattolicissimo, di essere ritenuto nientemeno che 'il corvo', o almeno, uno dei 'corvi' che hanno trafugato documenti riservatissimi dagli archivi vaticani, molti dei quali finiti persino sulle pagine dei giornali o in libri ad alta diffusione mediatica. Eppure quella vicinanza strettissima al Pontefice che il ruolo di 'maggiordomo' del Papa di fatto gli assicurava, ora fonte di grave sospetto, 'Paoletto' se l'era guadagnata costruendo negli anni un rapporto di fiducia con le gerarchie d'Oltretevere che appariva più che saldo. 
Già da giovanissimo, Gabriele lavorava come semplice addetto alle pulizie in segreteria di Stato. Poi aveva preso servizio presso mons. James Harvey quando questi fu nominato prefetto della Casa pontificia. Non molto tempo dopo, per lui arrivò anche una lettera di presentazione di mons. Jozef Bart, rettore della Chiesa di Santo spirito in Sassia, giusto alla fine di via della Conciliazione, che Gabriele frequentava come devoto della 'Divina Misericordia' di santa Faustina. Si aprirono così le porte dell'appartamento pontificio, dove Paoletto prese servizio come domestico di Giovanni Paolo II sotto le direttive dello storico maggiordomo Angelo Gugel, godendo anche della benevolenza di don Stanislao, il segretario di Wojtyla. 
Nel 2006, infine, il grande salto. La 'promozione' a maggiordomo di Ratzinger, di fatto la sua ombra dalla prime luci del mattino alle ultime della sera. Insomma, per tutti in Vaticano, Gabriele era un "fidatissimo". Tanto che lo stupore, la meraviglia, persino l'incredulità sono da ieri lo stato d'animo prevalente tra i 'concittadini' vaticani al di là delle Mura Leonine. Eppure le accuse ci sono e sono pesanti. Tutto ha avuto inizio mercoledì. Una mattinata cominciata come sempre, con la sveglia alle 6 per aiutare il Papa a vestirsi. La messa nella cappella pontificia. Poi nel seguito di Ratzinger all'udienza generale in piazza San Pietro. Il pranzo con la Famiglia pontificia. Ma è intorno alle 16 che tutto cambia. Inizia il calvario personale di Gabriele. Rientra a casa dove trova la Gendarmeria che effettua perquisizioni. Vengono trovati "documenti riservati", dirà poi padre Lombardi. Seguono interrogatori. Venerdì la formalizzazione dell'arresto e l'ingresso nella camera di sicurezza, uno spazio angusto di quattro metri per quattro. Da Paoletto nessuna ammissione. Non resta che pregare. Intanto, in Vaticano le indagini della commissione cardinalizia nominata ad hoc da Benedetto XVI e capeggiata dal cardinale Julian Herranz, vanno avanti, con possibili nuovi colpi di scena. I sospetti potrebbero addensarsi anche su prelati molto in alto. Altrimenti, fanno notare in più d'uno, perché nominare membri della commissione dei cardinali, gli unici autorizzati a fare indagini su altri cardinali, e non dei semplici vescovi o presbiteri?


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