venerdì 4 maggio 2012

Card. Vallini: Papa Wojtyla voleva portare la Gmg a Mosca ed a Pechino. Ha vissuto il dolore come Risurrezione (Izzo)

WOJTYLA: VALLINI,VOLEVA PORTARE GMG A MOSCA E PECHINO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 2 mag. 2011- "Alla fine della Giornata Mondiale della Gioventu' di Tor Vergata potei comunicare al Papa il dato ufficiale della partecipazione dei giovani, che erano stati 2 milioni e 400mila. Giovanni Paolo II commento': 'preghiamo il Signore che ci conceda di vivere un'altra giornata cosi' a Mosca e poi a Pechino'". Lo ha detto il vicario di Roma, cardinale Agostino Vallini, all'epoca vescovo di Albano che rispose al Pontefice: "Dopo Toronto, che e' dopodomani, andremo anche li"'. E, ha concluso Vallini, "il Papa sorrise e alzo' le braccia". 


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WOJTYLA: VALLINI, HA VISSUTO IL DOLORE COME RISURREZIONE 



Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 4 mag. 


Era stato lui a scattare la bellissima foto poi utilizzata per il drappo svelato in piazza San Pietro mentre Papa Ratzinger proclmava beato Giovanni Paolo II. E la diocesi di Roma non poteva non tributare a Grzegorio Galazka un grande grazie. Lo ha fatto il cardinale vicario Agostino Vallini presentando il volume "Giovanni Paolo II Beato", edito dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che raccoglie 145 immagini del Papa polacco, "un uomo - ha ricordato il cardinale Vallini - che ha vissuto il dolore, il limite umano e la sofferenza come Risurrezione".
Giovanni Paolo II, ha detto ancora il cardinale vicario, non ha semplicemente accettato le pene per offrirle a Dio, come qualunque buon cristiano ma ha fatto un passo ulteriore, vivendo su di se la croce". Ecco allora che "fare memoria" del beato Wojtyla significa non solo ammirarlo e pregarlo ma chiederci quanto di questo suo segreto puo' divenire il nostro e come possiamo poi diffonderlo agli altri". Giovanni Paolo II "ha agito per fare della propria vita una "reductio ad unum". E come lui - e' stato l'invito del porporato - occorre trovare un punto e vivere la corrispondenza tra il compito che si svolge e la verita' della vita e delle convinzioni". Ed e' proprio questo il messaggio che arriva dallo scatto del 19 febbraio del 1989, fatto nel corso della visita di Giovanni Paolo II alla parrocchia romana di Santa Maria Mater Ecclesiae, che e' stato scelto come immagine ufficiale delle celebrazioni di colui che, ha detto alla presentazione il vicepresidente dell'Opera Romana Pellegrinaggi, monsignor LiberioAndreatta, puo', a ragione, dirsi un "gigante della storia e dello spirito, che ha saputo portare Cristo a tutti e in ogni angolo del mondo".
Alla presentazione presso la sede dell'Opera Romana Pellegrinaggi sono intervenuti anche l'assessore alla Cultura del Comune di Roma Capitale, Dino Gasperini - che ha ricordato "il forte legame del beato Wojtyla con la citta' di Roma, e della citta' con il suo vescovo" - e il presidente dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Maurizio Prato. "L'istituto - ha precisato Prato, a spiegare le ragioni del coinvolgimento dell'ente - ha sempre svolto il ruolo di raccontare la storia attraverso l'arte applicata alla numismatica, alla medaglistica e all'editoria ed e' proprio grazie a queste competenze distintive e a queste capacita' che oggi proviamo a trasporre in una medaglia come in un volume fotografico" la "capacita' espressiva" del Papa, che di una certa storia e' stato anche artefice e attore. Ai giornalisti Galazka, che di album fotografici a carattere religioso ne ha confezionati oltre settanta, ha spiegato che "nel volume ci sono tutte foto scattate a Roma e nessuna di quelle realizzate, ad esempio, in uno dei moltissimi viaggi, nazionali e internazionali, compiuti dal Papa". 


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