domenica 27 maggio 2012

Anche Paolo VI subì furti nel suo appartamento (Izzo)

VATICANO: ANCHE PAOLO VI SUBI' FURTI NEL SUO APPARTAMENTO


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 26 mag. 


L'arresto del maggiordomo di Benedetto XVI accusato di aver sottratto documenti dall'Appartamento pontificio e il processo che l'uomo dovra' subire hanno un precedente nei due furti che tre tecnici della centrale vaticana dei telefoni compirono ai danni di Paolo VI. La prima effrazione fu compiuta nell'estate del 1968, mentre il Papa bresciano era a Castelgandolfo. E l'anno dopo ci riprovarono, ritenendo di averla fatta franca, ma li arrestarono.
Il processo si tenne infine nel 1973 presso il Tribunale Vaticano e alla condanna segui' il perdono del Papa.
Gli atti dell'inchiesta non sono finora stati pubblicati e quindi non e' dato sapere con certezza se i tecnici vaticani furono individuati nell'estate del 1969 da appostamenti della Gendarmeria - alla quale il segretario del Pontefice, monsignor Pasquale Macchi, aveva forse fatto sapere del furto subito l'anno prima e chiesto di aumentare la vigilanza -  o si risali' a loro perche' una delle medaglie d'oro asportate dall'Appartamento pontificio comparve nella vetrina di un negozio non lontano dalle Mura Leonine.
All'epoca si disse anche che i tecnici della Centrale telefonica vaticana divenuti ladri avevano sottratto con una quantita' rilevante di medaglie d'oro, quelle che tradizionalmente si scambiano i Papi e i capi di Stato, anche documenti riservati e un piccolo quadro di grande valore perche' attribuibile a Raffaello, ma ancora non censito nei libri d'arte.
La notizia del furto doveva rimanere segreta e quando l'allora vaticanista dell'Agi Nicola Marinaro la pubblico' in esclusiva, non solo fu smentita dalla Sala Stamoa ma fu anche oggetto di ironia da parte dell'Osservatore della domenica, che la defini' "un pallone stratosferico". In realta' il furto c'era stato e la Gendarmeria aveva impegnato i suoi uomini in una indagine sul territorio vaticano e fuori che non aveva fino ad allora precedenti. Alla fine - anche se tutto era stato smentito dalle fonti ufficiali perche' due furti nell'Appartamento del Papa erano uno smacco troppo grande per chi doveva proteggerlo - la condanna venne pubblicata negli annali della Santa Sede dove e' ancora possibile ritrovarla. 


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