venerdì 20 aprile 2012

Nuovi evangelizzatori negli Stati Uniti. Un documento della Conferenza episcopale (O.R.)

Un documento della Conferenza episcopale

Nuovi evangelizzatori negli Stati Uniti

Washington, 20. «Unisciti a noi in un viaggio alla riscoperta della fede e dei legami con la comunità ecclesiale»: è l’esortazione che fa da sfondo alla pubblicazione di un documento dei vescovi degli Stati Uniti con il quale si intende rinnovare con grande slancio la missione di diffusione e condivisione del Vangelo alla luce delle profonde trasformazioni della società e dei rischi di secolarizzazione. «All’uomo di oggi», dunque, si rivolge l’iniziativa dell’episcopato incentrata sul vasto riferimento al magistero pontificio e ad altri interventi dell’episcopato o delle singole arcidiocesi o diocesi, racchiusi in un sussidio per tutte le comunità. Disciples Called to Witness: The New Evangelization è il titolo scelto per il documento che, è spiegato in una nota della United States Conference of Catholic Bishops (Usccb) soprattutto «si concentra sul dialogo con i cattolici, praticanti o meno, che hanno perso il senso della fede, nel tentativo di rinvigorirli». È il presidente del Committee on Evangelization and Cathechesis, il vescovo di Green Bay, David Laurin Ricken, a indicare l’impegno: «Ogni cattolico ha un ruolo nella Chiesa e ogni cattolico è chiamato a diffondere il Vangelo». Tuttavia, aggiunge, «per evangelizzare, una persona deve essere prima evangelizzata. Questo è veramente il cuore della nuova evangelizzazione». Il documento, in particolare, mette in evidenza il richiamo di Papa Benedetto XVI a intraprendere la nuova evangelizzazione con rinnovato vigore e gioia. In occasione del discorso ai presuli statunitensi in visita ad limina Apostolorum, il 19 gennaio scorso, il Papa ha fra l’altro sottolineato «la necessità di un laicato cattolico impegnato, articolato e ben preparato, dotato di un senso critico forte dinanzi alla cultura dominante e del coraggio di contrastare un secolarismo riduttivo», aggiungendo che «la preparazione di leader laici impegnati e la presentazione di un’articolazione convincente della visione cristiana dell’uomo e della società continuano a essere il compito principale della Chiesa nel vostro Paese; quali componenti essenziali della nuova evangelizzazione, queste preoccupazioni devono modellare la visione e gli obiettivi dei programmi catechetici a ogni livello». L’iniziativa offre pertanto una risorsa a tutte le diocesi, eparchie e parrocchie per aiutare i fedeli a rinnovare la loro fede e a condividerla con gli altri. «La nuova evangelizzazione — si afferma ancora in un passaggio del documento — è per ogni persona una chiamata ad approfondire la propria fede, ad avere fiducia nel Vangelo e a possedere la volontà di condividerlo. È un incontro personale con Gesù che porta pace e gioia. La nuova evangelizzazione fornisce le lenti attraverso le quali le persone possono sperimentare la comunità ecclesiale e il mondo che le circonda». Nel testo si osserva che soltanto il 23 per cento dei fedeli partecipa ogni settimana alla messa e si specifica anche che il 77 per cento si astiene dal ricevere l’Eucaristia regolarmente. Riferendosi a uno studio condotto dal Center for Applied Research in the Apostolate, un istituto con base presso la Georgetown University, i vescovi ricordano che le più comuni spiegazioni date dai fedeli circa la loro scarsa pratica della fede non sono legate a questioni complesse, ma soprattutto a un progressivo allontanamento dovuto a problemi personali o familiari, ai ritmi frenetici della vita o ai cambiamenti di cultura. Molti cattolici, per esempio, non partecipano alla messa perché non hanno tempo, essendo oberati da impegni personali o eccessivamente coinvolti nelle responsabilità familiari; perché hanno problemi di salute o con il lavoro, oppure perché ritengono che non partecipare alla messa sia peccato. «In altre parole si tratta — è spiegato — di molti dei nostri fratelli e molte delle nostre sorelle che si sono semplicemente allontanati dalla Chiesa; ma ci sono anche cattolici che partecipano regolarmente alla messa ma che non si sentono coinvolti nella comunità». I mali, in sostanza, vengono individuati nel diffondersi progressivo del materialismo e nell’individualismo. In particolare, si rileva, «il secolarismo influenza tutti gli aspetti della società, pretendendo che la fede diventi una questione meramente privata». Nel concludere, i vescovi propongono una serie di suggerimenti per tenere viva la fede e aiutare il prossimo nel processo di riavvicinamento profondo alla comunità ecclesiale, a partire dalla necessità di mantenere forti e uniti i matrimoni e le famiglie per «coltivare la cultura della testimonianza», così come quella dei catechisti e degli insegnanti che possono offrire altri esempi di santità. Inoltre si ritiene essenziale mantenere e alimentare la vivacità delle comunità parrocchiali, attraverso anche le attività dei gruppi di preghiera e i ritiri spirituali. E ancora, occorre favorire programmi «per accogliere di nuovo i cattolici alla mensa del Signore» che promuovano uno spirito di fiducia e di ospitalità e che richiedono una leadership attiva. Infine, occorre garantire una predicazione efficace durante le messe della domenica e mettere a disposizione risorse e continuo supporto a favore di coloro che stanno considerando di tornare a una attiva vita di fede.

(©L'Osservatore Romano 21 aprile 2012)

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