sabato 21 aprile 2012

Il vescovo di Aversa: scomunica a chi ha profanato la tomba di don Diana (Izzo)

DON DIANA: VESCOVO AVERSA SCOMUNICA CHI NE HA PROFANATO LA TOMBA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 apr.

"Scomunica" per chi ha commesso i due furti, "offesa gravissima alla verita' e alla giustizia" nella cappella dove e' sepolto don Peppe Diana e nella parrocchia di San Nicola, la chiesa dove il giovane sacerdote fu ucciso dai killer della camorra il 19 marzo 1994.
Parole forti e chiare contenute in una nota - pubblicata oggi dal quotidiano della Cei, Avvenire - che porta la firma del vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo e di tutti i sacerdoti della diocesi. La Chiesa locale non perde tempo e dopo il furto, nelle scorse notti, di una piccola targa dorata e di un calice dalla cappella di don Peppe e di due pissidi con le ostie consacrate dalla chiesa di Casal di Principe, condanna senza attenuanti la "vilta' dell'agire tenebroso e prepotentemente offensivo del vero sentimento religioso e della convivenza civile della gente del nostro territorio". "Le due azioni criminose - afferma il vescovo Spinillo - pur nella diversita' dell'oggetto, offendono la fede e il vivere civile di tutto il nostro popolo che nella Santa Eucaristia adora la presenza reale del Cristo che si e' offerto per la redenzione dell'umanita' dal peccato, e che nelle tombe dei propri cari, e soprattutto sulla tomba del Sacerdote Peppino Diana, riconosce e onora la testimonianza di fedelta' alla volonta' di Dio, alla sua giustizia e alla sua carita'".
Nella nota pubblicata dal giornale dei vescovi italiani, "la Diocesi si dichiara duramente colpita da mano ignota in cio' che e' e rappresenta il suo credo e quanto di piu' prezioso si conserva nelle sue chiese per la profanazione del Tabernacolo ed il conseguente furto delle Ostie consacrate" e "ugualmente colpita nella verita' del sacrificio dei suoi sacerdoti, per il furto perpetrato sulla tomba del sacerdote Don Giuseppe Diana". Dunque, prosegue il documento, "la Chiesa aversana non accetta, qualunque esso possa essere, il senso di queste azioni e sente come offesa gravissima alla verita' e alla giustizia delle cose anche il tentare di mercanteggiare cio' che appartiene solo alla celebrazione del culto verso Dio, alla comunione dell'umanita' con la misericordia del Signore, e cio' che e' espressione di liberta' nella memoria dei fratelli defunti".
Ed e' qui che compare la parola piu' forte ma anche l'invito al pentimento. "La scomunica che esclude da ogni fraternita' chi commette azioni offensive della fede della comunita', e della dignita' e della carita' del Signore, realmente presente nei sacramenti della Chiesa, puo' essere realmente tolta solo a condizione di un sincero pentimento e di una reale restituzione del sacro pane eucaristico alla verita' dell'adorazione dei fedeli, e al suo originario significato di quanto e' stato ignobilmente trafugato". Viene dunque rivolto "un accorato appello a non gettare il fango e la sporcizia di assurdi quanto inutili e deplorevoli comportamenti sulle sacre specie eucaristiche". Ma anche "si chiede a tutti i fratelli e i cittadini della nostra amata terra di coltivare e rispettare la vitalita' della memoria e dei luoghi santi che custodiscono il corpo di coloro che tanto hanno dato, fino alla vita, per la nostra societa' umana".

© Copyright (AGI)

Nessun commento: