venerdì 20 aprile 2012

Il possibile reintegro dei Lefebvriani (Il Tempo)

IL POSSIBILE REINTEGRO REGISTRA UNA TIMIDA E NON CHIARA APERTURA

I lefebvriani col freno a mano
«Il documento inviato in Vaticano è solo una tappa»


Qualcosa si muove, ma anche se le distanze non sono più siderali e l'«arroccamento» sembra terminato, le posizioni dei lefebvriani restano definite.
Tuttavia, un po' di ottimismo serpeggia negli ambienti vaticani al punto che «un passo avanti incoraggiante, diverso dai precedenti che erano stati considerati insufficienti», è stato definito da Padre Federico Lombardi il nuovo atteggiamento dei seguaci di monsignor Bernard Fellay, emulo e successore di Marcel Lefebvre. «Ma non si »può considerare definitivamente concluso».
Infatti, la controparte, cioè i lefebvriani, sottolineano che ancora non c'è accordo, e male hanno fatto i media a parlare di una loro risposta «positiva» alla Santa Sede. Insomma, somiglia a un tira e molla il processo per ricomporre lo scisma causato negli Anni Ottanta dal vescovo svizzero ora defunto Marcel Lefebvre. I suoi seguaci hanno inviato martedì alla commissione vaticana competente, la Ecclesia Dei, le proprie osservazioni sul preambolo dottrinale che devono sottoscrivere per essere riammessi nella Chiesa. Lombardi ha definito «incoraggiante» questo passaggio. La palla è passata alla Congregazione per la dottrina della fede e, in tempi «brevi», arriverà sul tavolo del Papa. Dopo Padre Lombardi anche la Fraternità ha confermato che si tratta «di una tappa, non la conclusione», ma ha voluto tirare le orecchie -come detto - a chi parlava di una propria risposta affermativa al Vaticano. Nei mesi scorsi la Santa Sede aveva chiesto ai lefebvriani, - che criticano aspramente il concilio Vaticano II e considerano illegittimi tutti i pontefici succeduti a Pio XII - di sottoscrivere un »preambolo dottrinale«, considerato la precondizione per il loro rientro nella Chiesa cattolica e per ricomporre lo scisma. Il 16 marzo scorso c'era stato, nella sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, un incontro tra mons. Fellay e il prefetto del dicastero dottrinale vaticano, il card. William Levada. Gli esiti di tale colloquio erano stati considerati insufficienti e per questo il Vaticano aveva chiesto, entro un mese, un ulteriore approfondimento per il testo di due pagine che costituisce la base dell'accordo. Di sicuro se gli scismatici non sono disposti a firmare in bianco, neppure il Papa è disposto a fare a pezzi il Concilio per ricomporre lo scisma. L'unità secondo Papa Ratzinger si fa nella preghiera e nel rispetto dell'insegnamento della Chiesa, di cui il Concilio è parte irrevocabilmente integrante. Non resta che aspettare la tappa successiva. La Fraternità di San Pio X, è stata fondata nel 1969 nella chiesa di Econe, in Svizzera da mons. Marcel Lefebvre, poi scomunicato da Papa Wojtyla nel 1988 per aver consacrato, senza l'autorizzazione del Papa, quattro vescovi: lo svizzero Bernard Fellay - che dopo la morte di Lefebvre nel 1991 ha preso il suo posto alla guida della Fraternità - l'inglese Richard Williamson, il francese Bernard Tissier e l'argentino Alfonso de Galarreta. La consacrazione di nuovi vescovi da parte di Lefebvre andava a costituire una sorta di Chiesa alternativa con una sua gerarchia non riconosciuta da Roma e, quindi, del tutto illegittima. Da parte loro, i membri della Fraternità contestavano in particolare a Giovanni Paolo II l'apertura all'ecumenismo e al dialogo interreligioso. Ma, in generale, rifiutavano il Concilio Vaticano II.

© Copyright Il Tempo, 19 aprile 2012 consultabile online anche qui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

In Germania, il portavoce dei Verdi, Beck, protesta per l'eventuale ritorno della FSSPX. Eufemia
www.fair-news.de/pressemitteilung-571805.html

Anonimo ha detto...

l'articolo mi pare equilibrat ma c'è un errore madornale e cioè l'affermazione che la Fraternutà san Pio X (i lefebriani)considerano illegittimi i api dopo pio XII. Non è vero tanto che nel canone della MEssa citano come tutta la chiesa il Papa Benedetto XVI e il vescovo diocesano. grazie

Raffaella ha detto...

Il Vaticano cominci sin da adesso a respingere le minacce visto che si tratta di questione interna alla Chiesa.

Credo che l'articolista abbia confuso i Lefebvriani con i sedevacantisti.
R.

Anonimo ha detto...

Molti progressisti alla Mancuso e i francesi non attaccano apertamente il temuto reintegro, ma ci girano intorno. Gli americani sono presi dal problema delle monache e anche i portavoce dei vescovi tedeschi ancora non si agitano. Ieri sera al tg2, Bertone sembrava più tranquillo, mentre scorrevano le immagini di Maciel con Sodano. Eufemia

Anonimo ha detto...

Anche all'interno della Fraternità c'è una certa maretta, fra chi cioè considera Roma "apostata".
Alessia

Anonimo ha detto...

Se questi raggiungono i sedevacantisti, sarebbero come gli Amish ad uso turistico, con gran sollievo di molti. Eufemia

Anonimo ha detto...

"dal vescovo svizzero ora defunto Marcel Lefebvre"


Svizzero?

...Lefebvre nacque nel 1905 a Tourcoing, Nord-Passo di Calais, Francia.

Dante Pastorelli ha detto...

Ma chi l'ha sciolto questo cronista?