sabato 7 aprile 2012

Il Papa: sbandamenti etici e precarietà del lavoro segnano le famiglie. Benedetto lascia in auto la terrazza del Palatino mentre la folla prega ancora (Izzo)

PAPA: SBANDAMENTI ETICI E PRECARIETA' LAVORO SEGNANO FAMIGLIE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 apr.

A causa degli "sbandamenti umani" che caratterizzano questo tempo di eclissi dei valori, sempre di piu' "l'esperienza della sofferenza segna anche la famiglia", il cui cammino "si fa faticoso e difficile: incomprensioni, divisioni, preoccupazione per il futuro dei figli, malattie, disagi di vario genere".
E la situazione "e' aggravata dalla precarieta' del lavoro e dalle altre conseguenze negative provocate dalla crisi economica".
Benedetto XVI ha riassunto cosi' il senso delle meditazioni lette questa sera alla "Via Crucis" del Colosseo. "Il cammino della Via Crucis, che abbiamo spiritualmente ripercorso questa sera - ha affermato al termine del rito - e' un invito per tutti noi, e specialmente per le famiglie, a contemplare Cristo crocifisso per avere la forza di andare oltre le difficolta'".
Ai circa 20 mila presenti e ai molti milioni di telespettatori che hanno seguito il rito in mondovisione nei 5 Continenti, il Papa ha ricordato che "la Croce di Gesu' e' il segno supremo dell'amore di Dio per ogni uomo, e' la risposta sovrabbondante al bisogno che ha ogni persona di essere amata. Quando siamo nella prova, quando le nostre famiglie si trovano ad affrontare il dolore, la tribolazione, guardiamo alla Croce di Cristo: li' troviamo il coraggio per continuare a camminare".
Nel suo breve saluto finale, il Pontefice ha ricordato - invitando a ripeterle con "ferma speranza" - le parole di san Paolo: "Chi ci separera' dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudita', il pericolo, la spada?".
"Nelle afflizioni e nelle difficolta' - ha assicurato - non siamo soli; la famiglia non e' sola: Gesu' e' presente con il suo amore, la sostiene con la sua grazia e le dona l'energia per andare avanti". Per Joseph Ratzinger, "e' a questo amore di Cristo che dobbiamo rivolgerci quando gli sbandamenti umani e le difficolta' rischiano di ferire l'unita' della nostra vita e della famiglia".
"Il mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo incoraggia - ha spiegato - a camminare con speranza: la stagione del dolore e della prova, se vissuta con Cristo, con fede in Lui, racchiude gia' la luce della Risurrezione". "Affidiamoci - ha invocato infine l'anziano Papa Teologo - alla Madre di Cristo che ha accompagnato il suo Figlio sulla via dolorosa, Lei che stava sotto la Croce nell'ora della sua morte, Lei che ha incoraggiato la Chiesa al suo nascere perche' viva alla presenza del Signore, conduca i nostri cuori, i cuori di tutte le famiglie attraverso il vasto mysterium passionis verso il mysterium paschale, verso quella luce che prorompe dalla Risurrezione di Cristo e mostra la definitiva vittoria dell'amore, della gioia, della vita, sul male, sulla sofferenza, sulla morte".

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PAPA: LASCIA IN AUTO TERRAZZA PALATINO, MENTRE FOLLA PREGA ANCORA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 6 apr.

Al termine della Via Crucis, dopo aver impartito la benedizione apostolica ai 20 mila presenti e ai milioni che seguivano il rito in mondovisione, Benedetto XVI ha lasciato in auto la terrazza del Palatino.
Il Coro della Cappella Sistina continuava intanto a cantare mentre la folla era ancora raccolta in preghiera.
In segno di penitenza il Papa, che in San Pietro era scalzo quando ha adorato la Croce, alla Via Crucis non aveva l'"anello del pescatore" che simboleggia il suo ministero di guida della Chiesa.
Il venerdi' santo, infatti, la Chiesa non celebra l'Eucaristia, il vescovo non porta l'anello e non usa il pastorale, ma indossa soltanto la mitra bianca a capo scoperto (cioe' toglie lo zucchetto) e resta scalzo dinanzi alla Croce.

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