venerdì 6 aprile 2012

Il Papa: «Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori» (Cottone)

Il Papa: situazione drammatica per la Chiesa

di Sabrina Cottone

Se Gesù Cristo, che è Dio, dice «la mia dottrina non è mia», perch´ è di Colui che lo ha mandato, possono i sacerdoti diffondere convinzioni personali? È il senso di uno dei passaggi centrali dell'omelìa di Benedetto XVI nella Messa del Crisma.
Il Papa in San Pietro nel Giovedì Santo critica pesantemente il movimento dei preti disobbedienti austriaci, che chiedono di sconvolgere la dottrina della Chiesa con attacchi al Magistero quali l'ordinazione sacerdotale delle donne o l'ammissione al sacerdozio dei preti sposati.
«Non annunciamo teorie ed opinioni private, ma la fede della Chiesa della quale siamo servitori» dice il Pontefice durante la Santa Messa in cui i sacerdoti rinnovano le promesse fatte nel giorno dell'ordinazione.
Il Papa parla con chiarezza di una «situazione spesso drammatica della Chiesa». Ma la via d'uscita non è la «disobbedienza» n´ «l'immobilismo o l'irrigidimento nella tradizione». Al contrario «una conformazione a Cristo» e «una rinuncia alla tanto sbandierata autorealizzazione». Un capovolgimento delle convinzioni diffuse del mondo contemporaneo, per il quale «autorealizzazione» e «disobbedienza» sono valori centrali.
Anche l'allusione all'immobilismo non sembra casuale: mentre c'è chi chiede donne sacerdote, dalla Polonia arriva un testo dei tradizionalisti che chiedono di rivedere documenti del Concilio Vaticano II.
L'«Appello alla Disobbedienza» è un manifesto, simile a un pronunciamento, sottoscritto nel giugno del 2011 e firmato da trecento parroci austriaci. Il movimento, nato a St. Pölten nel 2006, incoraggia atti di disobbedienza, tra i quali: non rifiutare la Comunione a divorziati risposati, permettere ai fedeli di celebrare messe e promuovere l'ammissione al sacerdozio delle donne e degli uomini sposati.
Il «contagio» è arrivato dalla Germania, patria della confessione protestante, dove più di un centinaio di teologi avevano redatto un documento simile. Il leader di questi dissidenti austriaci, monsignor Helmut Schüller, è stato stretto collaboratore dell'arcivescovo di Vienna, il cardinale Cristoph Schönborn, che nei giorni scorsi ha preso una decisione che ha scosso i fedeli: ammettere nel consiglio pastorale un uomo omosessuale che convive con il suo compagno. Benedetto XVI è intervenuto sui disobbedienti. «Un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero, ad esempio nella questione circa l'Ordinazione delle donne, in merito al quale il beato papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore» ha spiegato il Papa.
Le decisioni «definitive» del Magistero della Chiesa sono «irrevocabili» e infallibili» anche se non espresse nella forma solenne della definizione di un dogma. E Giovanni Paolo II è stato esplicito. «Bench´ la dottrina circa l'ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo, in diversi luoghi la si ritiene discutibile» ha scritto nel 1994.
E per eliminare ulteriori perplessità: «Al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli (Luca 22,32), dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa». Allora perch´ tutte queste disobbedienze? Il Papa sembra voler perdonare coloro che non sanno quello che fanno: «Nel recente concistoro diversi pastori hanno parlato di un analfabetismo religioso». Come si cura? Sacra Scrittura, aiuto della Chiesa, testi del Concilio Vaticano II e Catechismo della Chiesa cattolica.
Insomma, prima di tutto studiare i fondamentali.

© Copyright Il Giornale, 6 aprile 2012 consultabile online anche qui.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

OT Raffy
Correggetemi se sbaglio, mi pare che Rocco Buttiglione in passato si sia espresso in modo diverso.
Solenne cantonata o spericolata giravolta? Mah ...
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1D9F9B
Alessia

Raffaella ha detto...

La seconda, cara Alessia!
R.

Fabiola ha detto...

Rocco Buttiglione, un amico, è la prova provata che la politica partitica fa male, maxime ai filosofi cattolici.
La sua difesa d'ufficio di Schoenborn è incomprensibile:nel caso (per quel che se ne sa, ovviamente) non si tratta di un peccatore in lotta con la propria tendenza sessuale e la propria umana fragiità ma di un signore che vive, more uxorio, con un compagno, in un'unione pubblicamente certificata e che rilascia dichiarazioni in cui afferma che gli sembra irrealistica la richiesta della castità da parte della Chiesa. Che è esattamente ciò che viene richiesto anche a me, eterosessuale (sic) non sposata.
E pretende, in nome di un'elezione democratica, di far parte di un consiglio che dovrebbe occuparsi della pastorale nella sua parrocchia.
Non si tratta del se sia o non sia possibile essere cristiano e omosessuale e neppure del non poter far parte della comunione ecclesiale, non mi risulta che la non partecipazione al consiglio pastorale sia un'esclusione dalla comunità, in tal caso io ne sarei esclusa da sempre.
Insomma non è in questione la misericordia paziente per i peccatori ma il sorvolare sulla teorizzazione di un comportamento (atto) gravemente disordinato.
A un certo punto Buttiglione scrive che è escluso dalla comunione chi dice che una norma morale è sbagliata: tra irrealistico e sbagliato c'è molta differenza?
Strana logica per un filosofo.