giovedì 12 aprile 2012

Il Papa compie 85 anni: teologo e riformatore, attento all'eredità del Concilio. Determinato nel governo della Chiesa. La sua linea è quella della trasparenza (Chirri)

PAPA:85 ANNI;TEOLOGO E RIFORMATORE,ORA EREDITA'CONCILIO
DETERMINATO NEL GOVERNO DELLA CHIESA. LINEA E' LA TRASPARENZA


CITTA' DEL VATICANO

(di Giovanna Chirri) (ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 12 APR

Un teologo che, diventato Papa, assume con determinazione il compito di riformatore. Ma che nel governo quotidiano della Chiesa non perde mai di vista l'obiettivo: riportare la fede in Cristo al centro della vita della Chiesa e dell'uomo secolarizzato.
L'85/mo compleanno di Joseph Ratzinger (il 16 aprile), a distanza ravvicinata dal settimo anniversario dell'elezione (il 19 aprile), cade nel momento in cui il papa tedesco, rafforzata la Chiesa con una ferma lotta alla pedofilia e con la riforma finanziaria che cominciano a dare i primi frutti, si sta concentrando su un'importante, ulteriore avventura: una riflessione sul Concilio Vaticano II, che animi l'Anno della fede e avvii una nuova stagione per il cristianesimo e la chiesa cattolica nel mondo.
Quel Concilio che i tradizionalisti lefebvriani - cui Benedetto XVI aveva teso la mano poco dopo esser stato eletto, in un tentativo di ricomporre lo scisma da loro causato negli anni Ottanta, - si ostinano a non voler accettare.
Tanto che lo scorso marzo il Papa ha fatto loro recapitare una lettera che suonava quasi come un ultimatum.
Per il Papa 85enne - nelle settimane scorse talora dipinto da alcuni come fragile e pronto alle dimissioni - questa e' la direzione da tenere, indipendentemente dalle cronache ecclesiali spesso negative, come la fuga di documenti riservati dal Vaticano o gli strascichi di scandali, finanziari e non, che riemergono da inchieste giudiziarie.
Quando la cronaca cade in basso, la linea ratzingeriana resta quella della trasparenza, pronta, se necessario, a indire anche una inchiesta interna, come e' stato fatto per stanare i colpevoli della diffusione di documenti riservati sulle critiche dell'attuale nunzio a Washington, mons. Vigano', alla gestione del Governatorato.
Le intenzioni e la determinazione di Benedetto XVI emergono con chiarezza anche dall'ultimo concistoro e dai piu' recenti pronunciamenti pubblici, in particolare nel viaggio in America Latina, e nei diversi interventi durante la Settimana Santa.
La ''crisi della fede'' e insieme la ricerca di una testimonianza ''gioiosa'' del cristianesimo hanno animato il dibattito dei cardinali con il Papa durante il concistoro di febbraio.
C'e' stato poi il viaggio in Messico e a Cuba, con la sottolineatura del tema della liberta' religiosa e del ruolo pubblico della chiesa, ci sono stati inoltre i grandi discorsi della Settimana santa.
In particolare il giovedi' santo il Papa ha chiesto ai sacerdoti di esserlo a tempo pieno, rinunciando alla ''tanto sbandierata autorealizzazione'' per porsi al servizio degli uomini testimoniando la fede, e ha condannato gli atti di disobbedienza, mentre e' la ''obbedienza il presupposto di ogni vero rinnovamento''.
''Chi guarda alla storia dell'epoca post-conciliare - ha detto Benedetto XVI in un passaggio assai significativo dell'omelia della messa del crisma - puo' riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l'inesauribile vivacita' della santa Chiesa, la presenza e l'azione efficace dello Spirito Santo'' e dalla quale sono ''scaturiti fiumi freschi di vita''.
Nella veglia pasquale si e' interrogato sull'uomo tentato dalla grandezza delle proprie capacita' a restare nel buio dei propri piccoli orizzonti, e lo ha invitato a illuminare la propria vita con la luce di Dio. Questi ultimi giorni dunque riassumono le prospettive dell'anno in corso al di la' delle cronache di ''Vatileaks''.
E spiegano la forza di quest'uomo anziano che da cardinale non si e' mai preoccupato ne' di intrigare ne' di costruirsi una base di potere, si e' disinteressato a influenzare gruppi d'opinione dentro e fuori la Chiesa.
Divenuto Papa deve obbligatoriamente fare i conti con i contraccolpi di atteggiamenti che non ha mai condiviso, ma non cambia il proprio obiettivo: vivere il cristianesimo e comunicarlo agli uomini. E chissa' che per la rivisitazione dell'eredita' del Concilio nella prospettiva dell'Anno della fede l'ex perito conciliare non abbia in serbo qualche sorpresa.

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