lunedì 9 aprile 2012

I miracoli di Gesù. Benedetto XVI parla ai ragazzi in un libro (Massimo Camisasca)

Benedetto XVI parla ai ragazzi in un libro

I miracoli di Gesù

Le nozze di Cana, la guarigione del cieco nato, la risurrezione di Lazzaro, la moltiplicazione dei pani e dei pesci: sono solo alcuni degli avvenimenti contenuti nel libro per ragazzi, giunto da poco in libreria, che raccoglie brani tratti da commenti di Benedetto XVI a episodi del Vangelo (I miracoli di Gesù, San Giuliano Milanese, Piccola casa editrice, 2012, pagine 48, euro 10). Per il Santo Padre, da questi eventi miracolosi emerge come in realtà «il dono più grande che Dio può darci è la sua amicizia, la sua presenza, il suo amore. Lui è il tesoro prezioso da chiedere e custodire sempre». Del volume, impreziosito dalle illustrazioni di Franco Vignazia, pubblichiamo l'introduzione a firma del superiore generale della Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo.

di Massimo Camisasca

Basta aprire il Vangelo, uno qualsiasi dei quattro Vangeli. Ci troviamo immersi nei miracoli che segnano continuamente la vita di Gesù. Che cosa sono i miracoli? Sono azioni che Dio compie direttamente o attraverso degli uomini, per illuminare la nostra vita, correggerla e attrarci a sé. Di moltissimi non ci accorgiamo neppure. Alcuni invece ci stupiscono, ci fanno riflettere. Diventano davanti ai nostri occhi e alla nostra mente dei segni che ci pongono un interrogativo: chi ha agito? Perché?
Vediamo degli esempi, proprio tratti dai Vangeli. Le guarigioni: attraverso Gesù, Dio ridà la vista ad alcuni ciechi, rimette in piedi storpi e paralitici, guarisce lebbrosi. Sono solo alcuni casi. In realtà dai Vangeli apprendiamo che sono stati molti a essere guariti. Gesù impone spesso il silenzio sulla sua azione. Non vuole passare per uno dei tanti guaritori. Desidera che lo stupore per la salute riacquistata diventi nella persona un interrogativo: chi è Costui che ho davanti? Perché mi ama così? Cosa sta dietro l'autorità delle sue parole e la luce del suo sguardo, la bellezza dei suoi gesti?
Il miracolo diventa un segno che apre alla fede. Se non si accende nell'uomo questa nuova capacità di vedere, l'evento miracoloso rimane un fatto strano, meraviglioso, certo, ma che non produce un cambiamento duraturo e significativo. Un posto particolare nei Vangeli occupano le guarigioni dei lebbrosi. Nell'antichità la lebbra era vista non solo come una malattia fisica, ma anche spirituale, un'infermità al confine tra l'umano e il diabolico. I lebbrosi venivano allontanati dai villaggi, emarginati dalla vita sociale. Guarendoli Gesù ci mostra che il suo è un amore che abbraccia tutto l'uomo, che egli è venuto per salvare sia il corpo che lo spirito.
Altre volte i gesti miracolosi di Gesù sono manifestazioni della sua gloria, come quando accade una pesca miracolosa per l'ora insolita o la quantità di pesci, o nelle moltiplicazioni dei pani. E quando placa i venti e il mare in tempesta. Sono il segno della vita nuova che si manifesta. Altri miracoli: le resurrezioni dai morti. Gesù restituisce alla vedova di Nain il figlio unico di cui si celebrava il funerale, dona a Marta e Maria la gioia di avere ancora con loro il fratello Lazzaro. In questi avvenimenti appare con ancora più grande chiarezza la natura del miracolo: solo Dio può far tornare dalla morte. Ciò che riconosciamo come miracoloso è veramente opera sua. E nello stesso tempo è frutto della sua misericordia, che si curva sulla nostra umanità ferita, lacerata dal male.
Infine i Vangeli ci raccontano che Gesù caccia i demoni e perdona i peccati: «Neanche io ti condanno, vai e non peccare più» (cfr. Giovanni, 8, 11), dice all'adultera. La cacciata di Satana che ridà la libertà e la pace a persone possedute e tormentate è il miracolo più chiaro: Gesù è venuto per questo, per liberarci dai lacci del peccato. Per questo opera i miracoli, perché chi li osserva o ne gode il frutto si apra alla grande notizia: in Gesù Dio si è fatto uomo per prendere su di sé i nostri peccati, sconfiggere Satana e liberarci dal male. L'umanità di Gesù, il suo amore per noi, per ciascuno di noi, è il vero miracolo a cui ci conducono tutte le sue azioni miracolose. I miracoli accadono anche oggi, anzi ancora più numerosi che al tempo di Gesù. Meditando le azioni che ha compiuto e le sue parole, diventiamo capaci di vedere ciò che lui fa e dice oggi, direttamente o attraverso i suoi amici.

(©L'Osservatore Romano 8 aprile 2012)

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