martedì 17 aprile 2012

Da Bernadette il Papa teologo e fine intellettuale ha imparato che con tutto il nostro «sapere e il fare» non dobbiamo perdere «lo sguardo semplice del cuore, capace di vedere l'essenziale» (Chirri)

«Percorro il mio ultimo tratto. Ma c'è Dio»

Auguri (anche per email) da tutto il mondo e un incontro in Vaticano con una delegazione bavarese

Giovanna Chirri

CITTA' DEL VATICANO

«Mi trovo di fronte all'ultimo tratto del percorso della mia vita e non so cosa mi aspetta. So, però, che la luce di Dio c'è» e «questo mi aiuta a procedere con sicurezza». Durante la messa privata nella Cappella Paolina, davanti ai più stretti collaboratori, Benedetto XVI ha riassunto lucidamente il punto in cui si trova nel giorno del suo 85.mo compleanno, mentre sta per compiere il settimo anno alla guida di oltre un miliardo di cattolici nel mondo. Dunque l'età c'è, ma lui resta al suo posto, davanti al «male» del mondo che non risparmia la Chiesa.
Joseph Ratzinger è nato il sabato santo del 1927, che cadeva il 16 aprile, una data collegata alla festa liturgica di Bernadette, la veggente di Lourdes, e a un anniversario del «pellegrino mendicante» san Benedetto Labre.
Ieri ha confidato che questa data di nascita gli ha sempre fornito una sorta di «segnaletica», una indicazione della Provvidenza rispetto alla strada che avrebbe dovuto seguire.
Da Bernadette il papa teologo e fine intellettuale ha imparato che con tutto il nostro «sapere e il fare» non dobbiamo perdere «lo sguardo semplice del cuore, capace di vedere l'essenziale». Dal santo francese del Settecento, pellegrino europeo, quello che oggi è il capo della Chiesa ha appreso che è importante trovare fratelli, «perché in Dio cadono le frontiere».
Un grazie poi ai genitori per averlo fatto «rinascere» con il battesimo lo stesso giorno in cui nacque, perché la vita biologica non basta, serve una «speranza» e qualcosa che dia «forza» alla vita.
Le confidenze durante la messa ben riassumono la lettura del senso della propria vita, rimasta la stessa dalla giovinezza a oltre l'elezione a Papa. E confermano l'intenzione del papa anziano di continuare a fare il proprio «dovere», come disse in marzo incontrando il quasi coetaneo Fidel Castro. Ricevendo una delegazione di 150 persone dalla sua Baviera, Benedetto XVI ha poi ricordato l'importanza dell'amicizia con un esponente ebreo a Monaco, grazie alla quale si è «avvicinato di più, interiormente, al popolo ebraico».
Le preoccupazioni di papa Ratzinger, ha commentato il portavoce papale padre Lombardi, sono collegate alla secolarizzazione e all'oblio di Dio, più che a fenomeni come la fuga di documenti riservati dal Vaticano, un «episodio transitorio». Per la Chiesa, osserva il gesuita, il Papa «ha certamente sofferto per gli aspetti di incoerenza e di infedeltà alla missione e alla sua dignità», come nel caso degli «abusi». «Mi sembrano queste – ha detto ancora – le cose di cui il Papa può soffrire più che dei pettegolezzi interni».
La giornata speciale è cominciata con la messa privata, seguita dall'incontro con la delegazione bavarese. Sono state eseguite musiche e giovanissimi danzatori si sono esibiti in danze tipiche. Gli ospiti hanno donato a Benedetto XVI un cesto di Pasqua con prodotti della regione tedesca, un «ramo di maggio», bastoncino fiorito tipico, e un crocifisso. Da parte dei bimbi, un mazzo di fiori.
Auguri al Pontefice sono giunti da tutto il mondo, a cominciare dal presidente Giorgio Napolitano e dai tanti che hanno inviato email all'indirizzo benedettoxvi@vatican.va.

© Copyright Gazzetta del sud, 17 aprile 2012

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