mercoledì 25 aprile 2012

Carità e giustizia sono un servizio spirituale. Benedetto XVI richiama al senso cristiano dell’amore al prossimo (O.R.)

Benedetto XVI richiama al senso cristiano dell’amore al prossimo

Carità e giustizia sono un servizio spirituale

Non ci sono limiti all’impegno per venire incontro alle necessità del prossimo; ma è imprescindibile che esso sia realizzato nella luce dello Spirito Santo, affinché non si perda nel puro attivismo. Due realtà, l’annuncio della Parola di Dio e il dovere della carità, che dunque «devono vivere nella Chiesa», dove entrambe hanno «il loro posto» e la loro «relazione necessaria».
Il Papa cita la narrazione di san Luca negli Atti degli apostoli per parlare dell’intervento della Chiesa al fianco delle «persone sole e bisognose di assistenza e di aiuto».
Nella catechesi all’udienza generale di questa mattina, mercoledì 25 aprile, in piazza San Pietro, Benedetto XVI ripropone «l’esigenza primaria di annunciare la Parola di Dio secondo il mandato del Signore». Ma evidenzia l’esigenza di mettere sullo stesso piano «il dovere della carità e della giustizia, cioè il dovere di assistere le vedove, i poveri, di provvedere con amore alle situazioni di bisogno in cui si vengono a trovare i fratelli e le sorelle», poiché anche in questo caso si tratta di «rispondere al comando di Gesù: amatevi gli uni gli altri». La Chiesa infatti «non deve solo annunciare la Parola, ma anche realizzare la Parola».
In questa ottica carità e giustizia non vanno interpretate solo come «azioni sociali» ma anche come «azioni spirituali». Tanto che quanti sono chiamati a rendere concreta questa duplice espressione dell’unica missione della Chiesa «non possono essere solo organizzatori che sanno “fare”» ma devono essere «uomini pieni di Spirito Santo e di sapienza», perché l’opera che essi compiono, anche se «soprattutto pratica» è tuttavia in modo particolare «una funzione spirituale».
L’attività per il prossimo certamente «non va condannata — ribadisce il Pontefice — ma va sottolineato che deve essere penetrata interiormente anche dallo spirito della contemplazione». Questo aiuta a «imparare la vera carità, il vero servizio per l’altro», che «ha bisogno certamente delle cose necessarie», ma necessita soprattutto «dell’affetto del nostro cuore, della luce di Dio».
È un prezioso richiamo «per noi oggi — conclude il Papa — abituati a valutare tutto con il criterio della produttività e dell’efficienza».

(©L'Osservatore Romano 26 aprile 2012)

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