sabato 18 febbraio 2012

Concistoro, quel filo rosso. Il legame a Cristo, passa nella storia, attraverso il legame a Pietro (Sir)

Quel filo rosso

Il legame a Cristo, passa nella storia, attraverso il legame a Pietro

La logica evangelica è ben diversa dalla logica matematica, informatica, filosofica e, ancora di più, dalla logica del “mondo”, papa Benedetto continua a ripeterlo non con parole vuote o sofisticati giri di termini ma con esempi, cioè realtà di vita vissuta.
Quanto accaduto oggi in S. Pietro con la celebrazione del Concistoro non è manifestazione folkloristica o un raduno spettacolare farcito di canti, gesti e colori, possiede una valenza che, a ben considerarla, fa tremare le vene ai polsi: “Il carattere ecclesiale”.
È molto esigente il passo che il Signore Gesù chiede ai nuovi eletti attraverso la mediazione del Pontefice Romano, perché chi “edifica la Chiesa è Cristo stesso” ma “Pietro deve essere un elemento particolare della costruzione”: “Il servizio dell'amore”.
Da non confondersi con un vago sentimentalismo o una superficiale accoglienza, senza ricaduta reale sui problemi e sulle difficoltà. Si compone di tre, concretissime, direzioni che staccano dall'egocentrismo personale per gettarsi al di fuori del proprio interesse vitale: “Amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli”.
Di per sé, niente di più e niente di meno del programma di vita di ogni battezzato? Con una sfumatura però: senza mezzi termini o compromessi perché è richiesta “una dedizione assoluta e incondizionata”, non fino a stancarsi, a perdere le forze, a consumarsi quotidianamente, che non sarebbe però poca cosa se paragonata con lo sfacelo morale e civile che ogni giorno ci passa dinanzi agli occhi. Tutto questo sarebbe ancora rimanere all'interno di un limite autoprefissatosi, mentre, il colore della berretta e dell'abito, non indica la ricca porpora dei senatori romani ma il Sangue che Cristo ha versato e con Lui tutti i martiri che non si sono sottratti al servizio dell'amore che domanda di diventare testimoni in assoluto.
Non è un contratto sindacale, un pregio civile, un'onorificenza che riconosca qualche merito o pseudo merito, è un grave fardello, un rischio totale.
Il legame a Cristo, passa nella storia, attraverso il legame a Pietro perché solo così l'unità - indubbiamente dono dell'Altissimo ma anche frutto di inesausta ricerca umana- potrà diventare visibile realtà.
Per noi, come sottolineano i Padri della Chiesa che Papa Benedetto ama sempre richiamare, inclinati a seguire Giacomo e Giovanni nella loro richiesta, “concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra” (Mc 10,37) e l'indignazione “gli altri che hanno invidia di loro”, piuttosto che a guardare e contemplare il “Servo sofferente”, è necessario modificare lo sguardo ed entrare sempre più nella logica evangelica.
Papa Benedetto imponendo i segni del potere umano: berretta, anello, vesti di porpora, allude a ben altro potere: Tu sei servo, vestito di sangue, servo che vuole, per amore, declinare la propria vita negandosi ed affermandosi in una duplice battuta:
negare il dominio ed assumere il servizio;
rifiutare l'egoismo ed abbracciare l'altruismo;
abbandonare il possesso e porgere il dono;
odiare l'interesse e prediligere la gratuità.
Questa è vita di “servo”, così come la struttura il Servo dei Servi Benedetto XV, vita tinta del dono della porpora che dona salvezza a tutti.
È la morte del quotidiano e nel quotidiano che potrebbe anche preludere o richiedere la morte violenta, “fino all’effusione del sangue”, con una sfumatura, sottolinea il Papa, che inneggia alla vita e ne comprende il valore: “...se necessario”.
L'anello non è il potere di vita e di morte che sigilla una sentenza o approva una legge, è un legame stretto all'operare perché la mano trasmette nel concreto il sentire profondo, vi sono incisi Pietro e Paolo e la Vergine Maria.
Due esperienze di dedizione incondizionata: il martirio degli apostoli “fecondando così la Chiesa con il loro sangue” e la Madre di Dio “salda nella fede e umile serva del Signore”.
Privilegio? Indubbiamente di un'economia altra ma eterna.

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