venerdì 17 febbraio 2012

Concistoro, Mons. Dolan: la Chiesa ha bisogno di profonda conversione. Per Bertone New York è la capitale del secolarismo. Mons. Fisichella: i contenuti della fede non sono più conosciuti (Izzo)

CONCISTORO: DOLAN, CHIESA HA BISOGNO DI PROFONDA CONVERSIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 feb.

Occorre "l'umilta' di ammettere che la Chiesa ha il profondo bisogno di una conversione interiore, il midollo della chiamata alla evangelizzazione".
Lo ha affermato il neo cardinale di New York, Timothy Dolan, nella relazione che ha aperto la riunione straordinaria dei cardinali.
Il suo, come ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, "e’ stato un intervento molto ben accolto" dai 130 porporati, ma certo il presidente dei vescovi statunitensi, pur utilizzando un tono brioso, non ha omesso quelle che sono evidentemente verita’ scomode sulla attuale debolezza della Chiesa Cattolica.
E cosi’ ha parlato anche della necessita’ di tenersi "alla larga dall’arroganza e dalla superbia del trionfalismo", cercando pero’ di non cadere nel rischio opposto di una depressione paralizzante.
"Dopo il Concilio - ha affermato - la bella notizia era che il trionfalismo nella Chiesa e' morto. Ma purtroppo - ha osservato - e’ morta anche la fiducia".
L’arcivescovo di New York ha invitato i suoi confratelli a prendere atto che "in molti dei paesi rappresentati oggi alla riunione straordinaria dei cardinali, "la cultura e l’ambiente sociale una volta trasmetteva il Vangelo, ma oggi non e’ piu’ cosi’".
E da parte sua la Chiesa deve "passare per le ultime fasi della Controriforma e riscoprirsi come un’opera missionaria". Un passaggio che porta ad abbandonare "le acque stagnanti della conservazione istituzionale".
Per Dolan, tutto questo deve essere vissuto come una grazia e non come una sorta di punizione. "Quando ero seminarista al Collegio Nordamericano - ha raccontato Dolan strappando applausi al compassato ’Senato della Chiesa’ - tutti gli studenti di teologia del primo anno di tutti gli atenei romani furono invitati ad una messa in San Pietro celebrata dal prefetto della Congregazione per il Clero, il cardinale John Wright.
Ci aspettavamo una omelia cerebrale. Ma lui inizio’ chiedendoci: ’Seminaristi, fate a me e alla Chiesa un favore: quando girate per le strade di Roma, sorridete!’".
Per il presidente dei vescovi americani, dunque, "il missionario, l’evangelizzatore, deve essere una persona di gioia".
Con un altra battuta il presidente dei vescovi americani ha poi mostrato di aver imparato lui per primo quella lezione: "Beatissimo Padre - ha chiesto infatti al Papa che tra meno di 24
ore presiedera’ il Concistoro per la creazione dei 22 nuovi cardinali, nei quali e’ compreso lo stesso Dolan - domani potrebbe, per favore, saltare ’fino allo spargimento del tuo sangue’ quando mi presentera’ la berretta?".
"Noi - ha poi ricordato ai 133 porporati presenti alla riunione - siamo audiovisivi scarlatti per tutti i nostri fratelli e sorelle anche essi chiamati a soffrire e morire per Gesu’.
Fu Paolo VI a notare saggiamente che l’uomo moderno impara piu’ dai testimoni che dai maestri, e la suprema testimonianza e’ il martirio.
E oggi, tristemente, abbiamo martiri in abbondanza".
"Grazie Padre Santo - ha continuato Dolan con tono serio - perche’ ci ricorda cosi’ spesso coloro che oggi soffrono la persecuzione a causa della loro fede in tutto il mondo".
Ma la citazione piu’ affettuosa il neo cardinale di New York la ha riservata infine al predecessore di Papa Ratzinger: "Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte, ci invita a prendere il largo per una pesca efficace. l’annuncio del Vangelo, l’esplicito invito a entrare nell’amicizia del Signore Gesu’, deve essere al centro della vita cattolica e di tutti i cattolici".
Infine anche l’unico cardinale australiano presente oggi - l’arcivescovo di Sydney George Pell, che e’ un conservatore crativo’ proprio come Dolan - ha avuto il suo momento di gloria meritandosi una citazione nella relazione di base per aver affermato che "non e’ tanto vero che la gente abbia perso la loro fede, quanto che non la aveva sin dall’inizio; e se l’aveva in qualche modo, era cosi’ insignificante che gli poteva essere strappata molto facilmente".
Per Dolan, insomma, bisogna fare punto e a capo e ripartire senza troppe nostalgie.

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CONCISTORO: DOLAN, PER BERTONE NEW YORK E' CAPITALE SECOLARISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 feb.

"Nell'invitarmi a parlare l'Eminentissimo Segretario di Stato, mi ha chiesto di contestualizzare il secolarismo, lasciando intendere che la mia Arcidiocesi di New York e' forse 'la capitale della cultura secolarizzata'".
Ha esordito cosi' il neo cardinale Timothy Dolan, che ha tenuto oggi la relazione di base alla riunione straordinaria di tutti i cardinali del mondo, convocata da Bendetto XVI alla vigilia del Concistoro di domani, nella quale lo stesso Dolan con 21 altri prelati ricevera' la porpora. Presidente da qualche mese della Conferenza Episcopale Statunitense, Dolan non le ha mandate a dire, repolicando con un po' di ironia alle consdiderazioni del cardinale Bertone sulla Chiesa di Oltreoceano: "oserei dire che New York - ha scandito - sebbene dia l'impressione di essere secolarizzata - e' ciononostante una citta' molto religiosa: anche in luoghi che solitamente vengono classificati come 'materialistici', come ad esempio i mass media, il mondo dello spettacolo, della finanza, della politica, dell'arte, della letteratura, vi e' un'innegabile apertura alla trascendenza, al divino".
Con lo stesso tono gentilmente ironico Dolan si e' poi rivolto "ai cardinali che servono Gesu' e la sua Chiesa nella Curia Romana".
"Possono ricordarsi - ha suggerito loro - del discorso natalizio di Sua Santita' due anni fa, nel quale ha celebrato quest'apertura naturale al divino anche in quelli che si vantano di aderire al secolarismo" definendo "importante soprattutto il fatto che anche le persone che si ritengono agnostiche o atee, devono stare a cuore a noi come credenti".
"Quando parliamo di una nuova evangelizzazione, queste persone forse si spaventano. Non vogliono vedere se stesse - ha osservato il neo cardinale - come oggetto di missione, ne' rinunciare alla loro liberta' di pensiero e di volonta'.
Ma la questione circa Dio rimane tuttavia presente anche per loro". In merito, Dolan ha ricordato l'intuizione di Giovanni Paolo II sull'evangelizzazione delle culture, sul fatto cioe' che nella societa' odierna "il confronto tra fede e cultura ha sostituito il rapporto tra Chiesa e Stato che predominava fino al Concilio, e questo spostamento d'accento comporta il compito di ri-evangelizzare culture che costituivano una volta il vero motore dei valori evangelici".
Cosi' la Nuova Evangelizzazione diventa la sfida per applicare il richiamo di Gesu' alla conversione del cuore non solo ad extra ma anche ad intra; a credenti e culture dove il sale del Vangelo ha perso il suo sapore". "Percio' - ha scandito - la missio si indirizza non solo alla New Guinea ma anche a New York".

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CONCISTORO: FISICHELLA, CONTENUTI FEDE NON SONO PIU' CONOSCIUTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 feb.

"I contenuti fondamentali della fede non sono piu’ conosciuti e la partecipazione alla vita sacramentale conosce una notevole diminuzione mai registrata in precedenza".
Lo ha denunciato il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, arcivescovo Rino Fisichella, nella sua relazione alla riunione straordinaria di tutti i cardinali del mondo che si tiene oggi a Roma.
Secondo il presule, "lo stesso entusiasmo missionario che nel passato aveva portato a lasciare il proprio Paese, per inoltrarsi in territori dove il nome di Gesu’ Cristo non era ancora conosciuto, si e’ notevolmente affievolito, con la conseguenza di un ulteriore indebolimento del tessuto ecclesiale".
Occorre dunque, ha detto ai cardinali, "rinnovare e fortificare la fede in un momento di particolare crisi che vede, anzitutto, molti cristiani indifferenti, lontani dalla vita della comunita’ e spesso confusi per le vicende della storia che soprattutto in questo periodo e’ entrata in una grave crisi di identita’ e di responsabilita’ sociale".
Secondo monsignor Fisichella, oggi la crisi di fede investe anche la Chiesa al suo interno, tanto che "lo stesso entusiasmo missionario che nel passato aveva portato a lasciare il proprio Paese per inoltrarsi in territori dove il nome di Gesu’ Cristo non era ancora conosciuto, si e’ notevolmente affievolito, con la conseguenza di un’ulteriore indebolimento del tessuto ecclesiale".
"Non si puo’ dimenticare - ha poi aggiunto l’aricivescovo Fisichella - la condizione di profonda frammentarieta’ in cui versa la cultura in generale, che impedisce spesso di approdare a una visione comune e a un progetto di impegno condiviso, che permettono di dare un fondamento unitario all'azione pastorale per consentire di trovare strumenti coerenti per l’evangelizzazione".
Per Fisichella, in particolare, il Catechismo della Chiesa Cattolica, approvato 20 anni fa da Giovanni Paolo II, e il suo Compendio, curato dal cardinale Joseph Ratzinger e pubblicato all’indomani della sua elezione al Pontificato, "hanno bisogno di essere maggiormente conosciuti e promossi nella pastorale".
Il capo dicastero ha infine auspicato nel suo intervento alla riunione straordianaria dei cardinali di tutto il mondo che l’Anno della fede possa rappresentare "un’occasione propizia perche’ la Chiesa intera offra una comune e unitaria testimonianza della sua fede fiduciosa nel Signore Risorto, Signore della storia e Re dell’universo".

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe suonato strano se "la citazione più affettuosa" fosse stata diretta a Papa Benedetto, o Papa Paolo. Comunque, questa è l'impressione del giornalista.
Alessia

Anonimo ha detto...

"Ma la citazione piu’ affettuosa il neo cardinale di New York la ha riservata infine al predecessore di Papa Ratzinger: "Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte, ci invita a prendere il largo per una pesca efficace. l’annuncio del Vangelo, l’esplicito invito a entrare nell’amicizia del Signore Gesu’, deve essere al centro della vita cattolica e di tutti i cattolici"."

beh certo il ricordo più affettuoso non poteva che andare a Giovanni Paolo II... ma il giornalista da che cosa evince che questo ricordo del passato pontefice siano più affettuose delle parole rivolte a quello regnante?

anonimo citatore ha detto...

e te pareva se la citazione più affettuosa non era per il predecessore?
povero b-xvi!

Anonimo ha detto...

OT
A partire dal titolo, qui abbiamo la dimostrazione papale, è il caso di dire, dei risultati modesti che si raggiungono quando l'argomento non appassiona e non si mette il cuore. http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201202/120217valli.pdf
Alessia